Il prossimo 10 ottobre ad Assisi verrà beatificato Carlo Acutis. L’annuncio è stato dato ufficialmente. Del grande evento, che si terrà nella Basilica papale di San Francesco, è stata data perfino l’ora: saranno le 16.
Carlo Acutis è morto nel 2006, a soli quindici anni, per una forma fulminante di leucemia. Il processo di beatificazione era iniziato nel 2013 grazie all’intervento del card. Scola, allora arcivescovo di Milano. A luglio del 2018 era stato dichiarato venerabile da Papa Francesco che poi, nel novembre 2019, aveva riconosciuto l’esistenza di un miracolo avvenuto per sua intercessione.
Era conosciuto per la sua fede fortissima in Gesù Eucarestia e per essere un genietto dei computer. Proprio ieri, il giorno in cui si è resa pubblica la notizia, nel nostro paese si è celebrata la festa del Corpus Domini, e forse non è un caso.
Il sito “Miracoli Eucaristici” creato da Carlo Acutis negli ultimi mesi della sua vita è ancora fruibile e bisogna pensare che è qualcosa di incredibile visto che è fatto da un quindicenne di allora. Tanto per capire, nel 2006, quando Carlo moriva, nasceva Twitter mentre Facebook e Youtube c’erano da pochissimo e praticamente non erano conosciute in Italia dalla gente qualsiasi.
Carlo ha un altro record: quello di essere stato citato in un importante documento ufficiale da un Papa prima di essere beato. È stato Papa Francesco a fare il suo nome nella Christus Vivit, l’esortazione postsinodale rivolta ai giovani. Lì il sommo pontefice, preoccupato dal pericolo dell’isolamento e della chiusura in se stessi che è sempre dietro l’angolo in chi sta troppo collegato agli smartphone, porta Acutis come esempio. “Lui – scrive il vescovo di Roma – ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per tramettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”. E riporta una frase di Carlo che colpisce per la profondità: “tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Un vero e proprio motto basato sulla piena consapevolezza che il quindicenne aveva dei limiti di quegli strumenti che lui stesso sapeva usare così bene.
“Proprio perché non voleva diventare schiavo di questi strumenti si era imposto anche dei tempi per l’utilizzo”, così aveva spiegato la madre Antonia Salzano quando aveva scoperto con commozione e sorpresa dell’importante citazione che riguardava il figlio. “Carlo – aveva aggiunto la signora – ha saputo dominare le tecnologie e le ha usate per diffondere il grande amore che aveva per l’Eucarestia”. La sua biografia parla infatti di un giovane che tutti i giorni andava a Messa, faceva la comunione e si fermava in preghiera davanti al tabernacolo. “La cosa incredibile – aveva proseguito in una testimonianza data in quella occasione – è che con un computer tutto sommato abbastanza scadente sia riuscito a raggiungere migliaia di persone in tutti e 5 i continenti realizzando una mostra sui miracoli eucaristici che è stata ospitata in tutto il mondo. Attraverso questo percorso, ha cercato di portare agli altri quello che era il centro della sua vita: Gesù”.
Il prossimo ottobre, dunque, avremo un santo on line che testimonia la fede gettando la rete di internet e che ci dice che essere cristiani, credere nell’Eucarestia, non è roba per vecchi ma anche per giovani e giovanissimi che utilizzano anche le nuove tecnologie per dire il loro amore in Cristo, la loro sete di assoluto, e la loro voglia di parlarne con amici e coetanei: la dimostrazione cioè che gli strumenti tecnologici, i social, internet, sono solo strumenti e si possono utilizzare per il male ma anche per gridare al mondo la voglia di santità.