Cos'è successo a Carlo Giuliani, morto durante gli scontri con le Forze dell'Ordine al G8 di Genova: cosa c'entra l'ex carabiniere Mario Placanica
Tra i volti più noti dei tafferugli che scoppiarono nel 2001 durante il G8 di Genova – questa sera protagonista del film “Diaz – Non pulire questo sangue” -, Carlo Giuliani rappresentò una sorta di punto di svolta in quelle tragiche giornate genovesi, morto a causa di uno sparo esploso dal carabiniere ausiliario Mario Placanica con una notizia che fece immediatamente il giro del mondo, dimostrando a tutti la brutalità di quei giorni e della repressione da parte della polizia.
Per arrivare a Carlo Giuliani è bene fare una breve e rapida divagazione per ricordare che il G8 ospitato a Genova in quel 2001 causò una vera e propria guerriglia urbana tra Forze dell’Ordine e manifestanti: le proteste contro l’evento, infatti, furono parecchie ma se inizialmente sembrò tutto procedere sulla consueta via pacifica, l’infiltrazione dei cosiddetti “black bloc” tra i manifestanti generò un vero e proprio scompiglio e numerosi, sanguinari, scontri tra le vie cittadine.
Proprio per via dell’indignazione per quello che stava accadendo, l’attivista – già noto per alcuni problemi con la droga e per il suo impegno civico con Amnesty International – Carlo Giuliani il 20 luglio del 2001 decise di annullare un viaggio al mare che aveva organizzato da tempo per scendere in strada a manifestare contro la dura repressione delle Forze dell’Ordine: sotto i pantaloni, quel giorno, indossava ancora il costume da bagno.
Com’è morto Carlo Giuliani: i tafferugli in piazza Alimonda, il proiettile e il carabiniere assolto
Nella mattinata del 20 luglio le manifestazioni – come sempre in quei giorni – iniziarono pacificamente e degenerarono rapidamente: dopo una carica da parte delle Forze dell’Ordine all’altezza di via Caffa, due Land Rover Defender dei Carabinieri a causa di alcune manovre scorrette si bloccarono in piazza Alimonda e furono presto accerchiati da un folto gruppo di manifestanti – tra i quali si trovava anche Carlo Giuliani – che, secondo le versioni ufficiali, lanciarono diversi oggetti contro i militari.

Fu proprio in quel momento che il carabiniere Mario Placanica estrasse la sua pistola d’ordinanza intimando ai manifestanti di allontanarsi e – ricostruirono più tardi i numerosi processi – non riuscendo nel suo intento, esplose due proiettili in aria: secondo la versione ufficiale uno dei due colpi fu deviato da un calcinaccio lanciato da uno dei manifestanti e colpì allo zigomo Carlo Giuliani, che nel frattempo aveva raccolto un estintore con l’intento di lanciarlo contro i militari.
Carlo Giuliani morì sul colpo e i due Land Rover Defender riuscirono a liberarsi dalla calca e uno dei due – peraltro – schiacciò due volte il corpo dell’attivista: inizialmente si parlò della morte di un cittadino spagnolo e già quella stessa sera un comunicato ufficiale dei carabinieri negò ogni responsabilità nel decesso e precisò che quest’ultimo era legato a un sasso lanciato da un altro manifestante contro Carlo Giuliani; e mentre a processo finì Mario Placanica, il militare fu poi assolto per – si disse – legittima difesa, mentre dopo un’iniziale condanna da parte della CEDU, anche lo Stato italiano è stato assolto.
