Carlo Petrini non è più il presidente di Slow Food. L’annuncio ufficiale è stato dato nel corso dell’VIII congresso internazionale dell’associazione che il 73enne ha fondato. A succedergli Edward Mukiibi, vicepresidente ugandese che ha “solo” 36 anni, quindi è nato nell’anno in cui Petrini fondava Slow Food. Quella di Petrini è stata una scelta meditata e maturata nel tempo, legata anche al desiderio di dare una svolta generazionale al movimento no profit che si occupa di ridare valore al cibo, nel rispetto dei produttori e in armonia con ambiente ed ecosistemi. «Non me ne vado, perché resto pur sempre il fondatore, perciò non voglio cerimonie di amarcord e di distacco», ha però precisato Petrini.
La guida di Slow Food passa, quindi, a Edward Mukiibi, un agronomo con la laurea triennale in Agricoltura e gestione del territorio conseguita alla Makerere University di Kampala, in Uganda, e un Master in Gastronomia conseguito all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura, è impegnato nella diffusione e promozione di progetti sociali in questi settori.
“SLOW FOOD ASSUMA RUOLO POLITICO PER FRENARE DISASTRO AMBIENTALE”
Slow Food è un’opera tutt’altro che terminata, ma Carlo Petrini ha rivendicato il fatto che ha fondamenta salde, «frutto del lavoro collettivo». Inoltre, c’è la piena capacità per proseguire il lavoro. Edward Mukiibi dal canto suo ha sottolineato che questo è «il momento giusto per ricostruire, rafforzare e rinnovare» nella consapevolezza di essere «una famiglia globale», quindi «ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali». Come Slow Food bisogna poi «essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove».
La decisione di Carlo Petrini non sorprende del tutto, perché l’ormai ex presidente di Slow Food aveva promesso che dopo la pandemia il primo Salone del Gusto avrebbe cambiato anima. Infatti, è stata una giornata storica. Ma importante è anche il richiamo che ha fatto: «Emerge in maniera sempre più forte e chiara il ruolo del cibo come responsabile principale del disastro ambientale. Il nostro movimento deve avere il coraggio di assumere un ruolo politico di primo piano nel frenare questa deriva dai risvolti catastrofici». La nomina di Edward Mukiibi invece è anche il riconoscimento a un lavoro lungo anni, nel solco della sostenibilità.