Carlo Serini, l’anestesista rianimatore in servizio al San Carlo è tornato a parlare dopo quel post pubblicato su Facebook e diventato immediatamente virale in cui se la prendeva contro i “cretini della movida” ammonendo tutti i giovani, ma non solo, che in questi giorni non rispettano le norme del distanziamento sociale e aggiungendo che lui non vorrebbe curare delle persone così. Nell’odierna puntata de “La Vita in Diretta”, infatti, il medico ha spiegato il senso di quello sfogo rilanciato dai principali media puntualizzando che però la durezza del post non era studiata e che “cretini” era solo il primo termine che gli è venuto in mente anche se le persone a cui si riferiva non vanno definite semplicemente irresponsabili. “Sulla vulgata del termine cretino, beh, non è una diagnosi ma a qualcuno mancano dei neuroni” ha spiegato Serini nell’intervista concessa ad Alberto Matano, ribadendo però che quegli atteggiamenti visti in alcuni servizi televisivi -e l’aggressione di cui diciamo più avanti– non sono un’offesa contro di lui o la categoria dei medici ma teme che qualcuno possa aver dimenticato le migliaia di morti in poco tempo, oltre che “il valore della vita umana, una cosa davvero sconcertante”.
CARLO SERINI, ANESTESISTA SPIEGA LO SFOGO CONTRO I “CRETINI DELLA MOVIDA”
Nel suo intervento di questo pomeriggio nel talk show di Rai 1, Carlo Serini ha poi assistito a due servizi che Matano ha mandato in onda, uno realizzato tra i giovani di Milano che però sostanzialmente sembrano condividere il senso del suo post (pur non essendo spesso d’accordo con i toni usati) e un altro che invece testimonia delle follie della movida come l’aggressione proprio a un inviato de “La Vita in Diretta” che assieme alla sua troupe stava filmando un episodio di assembramento nella città di Napoli, prendendosi anche del “giornalista infame”. A tal proposito Serini rivolge due messaggi a tutti coloro che sono in ascolto, ovvero che con la riapertura dei locali bisognerebbe evitare di replicare l’effetto delle “lumache nel cesto” e poi che è vero il fatto secondo cui l’età media dei morti per Covid-19 è elevata, ma lui che ha 45 anni è preoccupato comunque e suggerisce quindi ai ragazzi di indossare sempre la mascherina e di mantenere il distanziamento sociale dato che se si diventa positivi asintomatici si può rischiare di contagiare anche i propri cari. “Io sono poco social ma se anche io riesco a convincere una sola persona…” conclude Serini con una nota di speranza auspicando inoltre che i cittadini di Milano, ma non solo, non dimentichino i propri morti.