CARNE VEGANA/ Il Parlamento europeo salva i “vegan burger”
Il Parlamento europeo non approva gli emendamenti che avrebbero dovuto limitare l’uso delle denominazioni tipiche della carne per le opzioni vegetariane e vegane

23 ottobre. Il Parlamento europeo non approva nessuno dei due emendamenti che avrebbero dovuto limitare l’uso delle denominazioni di carne per i prodotti di origine non animale. Le opzioni vegetariane e vegane – polpette vegetali, hamburger vegani, bistecche di soia, etc. – potranno continuare a essere commercializzate con quelle che secondo l’azienda della carne (che aveva proposto gli emendamenti) sarebbero denominazioni fuorvianti per il consumatore.
Le reazioni
Immediata la risposta della Lega Anti Vivisezione (Lav), che in un comunicato commenta: “Cotolette, polpette, bistecche possono essere a base di qualsiasi ingrediente, i termini non sono di proprietà della zootecnica, è bene che il settore si rassegni e magari si riqualifichi positivamente verso le proteine vegetali”. E ancora, “Si scelgono i burger o le salsicce vegan con motivazioni ben chiare, come la tutela dell’ambiente, degli animali e della propria salute, non certo perché ci si confonde tra il prodotto di origine animale e quello vegetariano o vegetale”. Delusione è stata espressa dalle associazioni di agricoltori (Copa-Cogeca, il più grosso gruppo degli agricoltori europei) e dei produttori di carni, salumi e uova come Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) e Unaitalia (Unione Nazionale filiere agroalimentari carni e uova), che commentano: “La questione non è il consumo o il non consumo di carne, ma semplicemente l’importanza di dire le cose come stanno”. La Lav lancia intanto l’hashtag #NONCOMEPRIMA per diffondere il Manifesto con cui chiede lo spostamento di fondi pubblici al finanziamento della produzione di cibi vegetali, ricordando che “Un burger 100% vegetale o uno vegetariano consumano dal 75% al 95% in meno rispetto a uno di manzo, causano fra l’87 e il 90% di emissioni in meno e utilizzano dal 93 al 95% di terreno in meno”. Fra le richieste avanzate da La anche la riduzione dell’Iva dal 22 al 4% per il latte di orgine non animale. Una decisione, quella del Parlamento europeo, accolta dal plauso delle tredici organizzazioni favorevoli al respingimento degli emendamenti, come WWF e Greenpeace.
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