Anche se l’alta stagione delle vacanze e dei viaggi aerei sta volgendo al termine il trasporto aereo resta invece in primo piano sui media per diverse decisioni che sono state prese in questi giorni da parte sia del Governo che dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Sul primo fronte, dopo la vasta polemica che era sorta a seguito del decreto estivo in cui si provavano a mettere dei tetti alla possibilità da parte dei vettori aerei, in particolare i low cost, di praticare tariffe eccezionalmente elevate su voli quasi pieni e in prossimità della partenza, è stata annunciata una correzione di rotta, sicuramente apprezzabile. La norma contenuta nel decreto estivo voleva infatti porre rimedio alle difficoltà cui poteva andare incontro un passeggero diretto verso le isole nel caso di tariffe fuori dalla sua portata e in assenza di modalità di trasporto concorrenti da utilizzarsi in alternativa. Per una destinazione lungo la penisola si può contare sul treno e anche ormai su una fitta rete di collegamenti via bus, dopo che diversi anni or sono i collegamenti interregionali su gomma furono liberalizzati. Ma treni e bus non ci portano in Sardegna e il traghetto in piena estate non è detto che ci faccia risparmiare rispetto all’aereo, ammesso di trovarvi posto.
Dunque gli intenti del Governo all’origine del provvedimento erano più che giustificati, tuttavia la formulazione del tetto, pari al 200% del prezzo medio effettivamente praticato su ogni specifico volo, risultava di problematica verificabilità ed è pertanto positivo che con l’emendamento annunciato vi si sia rinunciato. Al suo posto si rafforza invece il ruolo dell’Antitrust sul tema, una scelta corretta e coerente con l’utilizzo per compiti di natura squisitamente tecnico-economica delle autorità indipendenti di garanzia e di regolazione, istituite ormai diversi decenni fa.
Il secondo tema in primo piano è la decisione della stessa Antitrust di aprire un procedimento per possibile abuso di posizione dominante “di natura escludente” da parte di Ryanair, primo operatore nel trasporto aereo di linea passeggeri nei voli nazionali e da e per l’Italia. La questione, esposta nel modo più semplice possibile, è la seguente:
– Da un alto Ryanair, da quando esiste, ama vendere i propri ticket in via diretta tramite il proprio sito, evitando ogni intermediazione da parte delle agenzie di viaggio e le commissioni che dovrebbe riconoscere a esse.
– Nella realtà le agenzie vendono comunque le prenotazioni dei voli del vettore perché poi desiderano offrire ai loro clienti anche prenotazioni alberghiere, noleggio di auto e altri servizi, confezionando un intero pacchetto turistico. E come fanno a venderli a un turista che vuole visitare una certa città europea se essa è servita da voli solo di Ryanair e le agenzie non possono invece vendergli proprio i voli di Ryanair?
– Nello stesso tempo tuttavia Ryanair offre ai suoi clienti diretti anche prenotazioni alberghiere e altro tramite il proprio sito, facendo in questo modo concorrenza asimmetrica alle agenzie di viaggio e permettendo al cliente di comporre un pacchetto completo che le agenzie invece non possono replicare.
– In sostanza, come comunicato dalla stessa Antitrust, “secondo quanto ipotizzato nel provvedimento (…) Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi”.
– Nel provvedimento di avvio del procedimento per ipotetico abuso di posizione dominante si evidenzia come Ryanair ostacolerebbe l’acquisto diretto dei biglietti aerei da parte delle agenzie di viaggio attraverso il proprio sito, consentendo invece l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma GDS ma “a condizioni che risulterebbero tuttavia di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, ampiezza dell’offerta e gestione post vendita del biglietto”. Inoltre, in base ad articoli di stampa sembra che Ryanair imponga a coloro che hanno acquistato biglietti tramite canali da essa non approvati di effettuare il check in esclusivamente a pagamento ai banchi aeroportuali e non online, con un onere aggiuntivo che può anche superare il costo iniziale del biglietto.
– In definitiva per l’Autorità “la condotta di Ryanair, volta a limitare alle agenzie di viaggio la vendita dei biglietti aerei – che in genere sono il primo acquisto effettuato nell’organizzazione di una vacanza e che rappresentano il ‘punto di accesso’ per la vendita di ulteriori servizi – avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione”.
In attesa degli sviluppi dell’indagine da parte dell’Antitrust, che si prevede di grande interesse, vi è tuttavia un terzo tema di cui abbiamo già iniziato a parlare in una precedente occasione: siamo sicuri che, a parte alcuni prezzi eccessivi su alcuni voli e in periodi di punta specifici, i prezzi degli aerei siano decisamente cresciuti rispetto a un anno fa? Andando a vedere la voce dei prezzi dei viaggi aerei dell’indice Istat dei prezzi al consumo, i quali sono rilevati con criteri omogenei e sulle stesse rotte rappresentative mese dopo mese, abbiamo verificato che nel corso 2023 i prezzi sono stati sensibilmente più alti del 2022 già da gennaio, ma che tuttavia la forbice si è progressivamente ridotta col passare dei mesi (dal +66% nel primo trimestre al +36% nel secondo) e si è completamente chiusa in luglio per poi cambiare di segno in agosto, ove in realtà i prezzi sono stati più bassi dello scorso anno di un significativo 9%.
Ma come sono invece andati i prezzi nei singoli segmenti del mercato? Si sono comportati in maniera uniforme oppure differenziata? A completamento dell’analisi svolta nella precedente occasione andiamo a esaminarli in dettaglio, iniziando dal segmento dei voli domestici.
Grafico 1 – Prezzi dei voli domestici nell’indice Istat NIC (Numeri indice 2015=100)
In relazione ai prezzi dei voli domestici, il segmento che per primo aveva già nello scorso anno recuperato i livelli di traffico pre-Covid, si può osservare dal Grafico 1 come nel 2022 anche le tariffe fossero tornate ai livelli pre-Covid. Nei mesi trascorsi del 2023, invece, la curva dell’indice dei prezzi medi è slittata verso l’alto quasi in parallelo, realizzando un incremento percentuale che è stato del 78% nel primo trimestre, del 41% nel secondo, del 26% in luglio e del 22% in agosto. Dunque in questo segmento, che è quello in cui nel pieno dell’estate sono sorti gli alti prezzi che hanno indotto il Governo a intervenire, anche in agosto le tariffe praticate dai vettori risultavano più care di un quinto rispetto a un anno fa.
Grafico 2 – Prezzi dei voli internazionali infra Ue nell’indice Istat NIC (Numeri indice 2015=100)
Diverso è invece il discorso per i voli internazionali infra Ue. In questo caso già nell’estate 2022 i prezzi si erano portati al di sopra di quelli del 2019, trainati dalla ripresa della domanda di vacanze dopo il Covid. Nel corso del 2023, invece, i prezzi sono saliti nei primi mesi, ma poi si sono stabilizzati e tra aprile e agosto sono rimasti sostanzialmente fermi, risultando in agosto più bassi del 7% rispetto all’anno precedente.
Grafico 3 – Prezzi dei voli internazionali extra Ue nell’indice Istat NIC (Numeri indice 2015=100)
Arriviamo infine al segmento dei voli intercontinentali, ove nell’estate 2022 si era verificata una vera e propria impennata dei prezzi che tuttavia non si è assolutamente ripetuta nell’estate appena conclusa. Infatti, i prezzi praticati sono stati nel corso del 2023 stabilmente al di sopra di quelli del 2019 e lievemente superiori anche a quelli del 2022 tuttavia, non replicandosi l’impennata dei mesi estivi dello scorso, il risparmio medio per coloro che hanno viaggiato nello scorso luglio risulta all’Istat pari al 19% e per coloro che hanno viaggiato in agosto persino del 45%.
In conclusione possiamo dire che nei mesi estivi i voli infra Ue ed extra Ue sono stati più convenienti dell’anno precedente e che solo sui voli domestici la tendenza al rialzo si è protratta, tuttavia questo non implica che possano essere considerati automaticamente cari, al netto ovviamente di quei casi emblematici usciti sugli organi di stampa per i quali uno spostamento di breve raggio sui cieli italiani risultava più oneroso di una trasvolata transoceanica.
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