Cassa Depositi e Prestiti ha recentemente concluso un accordo con Poste Italiane grazie al quale ha ottenuto una maggiore partecipazione all’interno dell’azienda leader in Italia nei pagamenti digitali Nexi segnando un’importante svolta dal punto di vista degli impegni di equity recentemente inseriti nel Piano Strategico che durerà da qui al 2027: un accordo reso possibile soprattutto dal volere del Vicedirettore Generale della Cassa Depositi e Prestiti Fabio Barchiesi e che potrebbe – peraltro – funzionare da trampolino di lancio per un futuro accordo di internazionalizzazione del circuito gestito da Nexi.
Partendo dal principio, grazie all’accordo con Poste Italiane Cassa Depositi e Prestiti ha acquisito un ulteriore 3,78% di partecipazione nel board di Nexi, consolidando il suo piazzamento strategico al 18,25% (rispetto ovviamente al precedente 14,46); mentre all’azienda postale sono state conferite quel 9,8% di azioni che CDP deteneva all’interno di Tim, azzerandone la partecipazione del gruppo di Scannapieco.
Cassa Depositi e Prestiti punta alla fusione tra Nexi e Worldline per il nuovo colosso dei pagamenti digitali
L’intera operazione tra Cassa Depositi e Prestiti – ovviamente – sarà gestita nella massima trasparenza attivando i consueti meccanismi di compensazione che entrano in atto quando si scambiano quote societarie; mentre alla base dello scambio ci sarebbe la volontà di CDP di concentrare gli investimenti nel cosiddetto core business nella Cassa aumentando l’attenzione nei confronti dei pagamenti e diminuendo al minima quelle nelle telecomunicazioni che – al contempo – aumenterà per le Poste che potranno godere dell’infrastruttura Tim per la gestione dei servizi Postepay e Poste Mobile.
Inoltre – come accennavamo già in apertura – grazie all’accordo e all’aumento della partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti all’interno di Nexi si consolida la posizione dell’Italia nel settore dei pagamenti digitali rispetto a quella francese che punta sulla locale azienda Worldline; il tutto vero una futura – possibile, ma per ora solamente ipotizzata – fusione tra le due aziende che potrebbe contrastare l’attuale predominio americano nel settore con i circuiti Visa e Mastercard.