Cassese “giusto Draghi gestisca PNRR”/ “Meglio di Conte: qui lo Stato è protagonista”

- Niccolò Magnani

Cassese elogia il PNRR e la governance scelta dal Governo Draghi: “giusti i poteri a Palazzo Chigi, è piano straordinario. Meglio di Conte, qui lo Stato è protagonista”

draghi conte Mario Draghi e Giuseppe Conte alla Cerimonia della Campanella a Palazzo Chigi (LaPresse, 2021)

Per il giudice emerito della Consulta Sabino Cassese, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dal Governo Draghi è giusto che venga gestito in prima battuta da Palazzo Chigi e questo non significa affatto sostenere che per questo motivo non vi erano diversità nell’approccio dall’iniziale Recovery Plan del Governo Conte-2. A “La Stampa” il costituzionalista valuta le ultime novità inserite nel Decreto Recovery (Semplificazioni e governance del PNRR) e dichiara «poteri del premier Draghi privati dal decreto semplificazioni non sono né speciali né esorbitanti», a differenza di quanto contestato negli ultimi giorni dentro e fuori dalla maggioranza.

«Per un’attività così importante», aggiunge ancora Cassese citando il piano straordinario di ripresa, «per la durata di 6 anni, potrebbe il presidente del Consiglio dei Ministri non assumere la responsabilità di mantenere l’unità di indirizzo politico amministrativo e non dirigere la politica generale del Governo come prevede l’articolo 95 della Costituzione?». Alla domanda “retorica” lanciata dall’ex Corte Costituzionale, si aggiunge la distanza netta tra il PNRR di Draghi e quello di Conte: «nel testo preparato e non emendato del secondo Governo Conte aveva previsto un indirizzo e governo del piano affidato tutto all’esterno, con l’amministrazione statale nella funzione di “attuatore”».

IL PNRR DI DRAGHI E IL PARLAMENTO

Di contro invece, il progetto messo in campo da Draghi e Franco (primi 14 articoli del Decreto Legge approvato il 28 aprile), «prevede l’opposto, cioè affida allo Stato il compito principale, organizzando una struttura che i francesi chiamerebbero di “missione”, tripartita e temporanea». Ancora a “La Stampa” Cassese prosegue nell’elogio sobrio del PNRR di Draghi, al di là degli oggettivi problemi che comunque si presenteranno con l’iniziare delle opere: la governance avrà una apparato presso Palazzo Chigi, con una cabina di regia e un organo di consultazione con le parti sociali, ma anche con una segreteria tecnica e una unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell’efficacia della regolazione. Cassese poi non boccia neanche le altre due componenti della governance (servizio al MEF e ufficio alla Ragioneria, ma anche strutture di coordinamento tra PA centrali e periferiche). Secondo Sabino Cassese, la struttura messa in campo dal Governo ora è ben «disegnata» e con un costo tutto sommato «modesto»: «14 milioni nel 2021, 35 per ogni anno fino al 2026, 5 a partire dal 2027,costo modesto rispetto alle somme complessivamente gestite di circa 200 miliardi di euro». In conclusione, la governance scelta da Draghi ha preferito imitare il modello francese ovvero «differenziandosi notevolmente dal modello affacciato dall’esecutivo Conte che portando il governo del piano fuori dall’amministrazione dello Stato, dava una sorta di voto di sfiducia alla pubblica amministrazione».





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