Durante l’emergenza Covid-19 Sabino Cassese è stata ed è tuttora una delle voci più critiche a livello istituzionale contro l’agire e la gestione del Premier Giuseppe Conte: prima sui Dpcm, poi sullo Stato d’Emergenza e infine anche sulle riaperture e il rapporto complesso tra Parlamento e Governo. Oggi nell’intervista a Il Dubbio, il presidente emerito della Corte Costituzionale riflette su uno snodo politico sempre più imminente come il voto sul Referendum costituzionale del 20-21 settembre: e anche qui, il giudizio è impietoso «Tutto è stato detto, pro e contro. Mi limito a un rilievo di metodo. Il quesito è un esempio di “single issue politics”, tipico del populismo. Ma non si governa una società con questo metodo, cioè puntando a un singolo obiettivo». Secondo la visione di Cassese, la complessità della modernità non può essere “eliminata” per far passare leggi/referendum dai tratti e toni populisti: «Si può governare la complessità in questo modo? Singoli rimedi possono esser buoni o cattivi, a seconda di quali altri rimedi li accompagnano, a seconda dei contesti nei quali si inseriscono, a seconda dei tempi nei quali vengono introdotti».
CASSESE, “COSÌ IL PARLAMENTO È SVUOTATO”
Dal referendum al Parlamento, il passo è breve per la critica ad ampio raggio del Presidente Cassese: prendendo spunto dalla definizione data da Roberto Fico (Presidente Camera), «Il Parlamento è la prima task force degli italiani», il giurista affonda il colpo «Il povero presidente non sa neppure che cosa significhi task force, d’altra parte come tutti gli inconsapevoli utilizzatori di questa espressione negli ultimi mesi». Secondo l’ex Presidente della Consulta, il Parlamento ad oggi è depotenziato o peggio ancora “svuotato”: come spiega ancora a Il Dubbio, «Ormai il Parlamento è organo di ratifica e peggioramento: riceve decreti legge e li converte in legge, aggiungendovi i “desiderata” di questo o quel gruppo o ministero». Provando a fare un esempio redente, il Decreto Agosto secondo Cassese ha di fatto raddoppiato il numero di articoli nel percorso parlamentare: «Questo produce paradossi numerosi. Il primo è: troppe leggi, nessun Parlamento». C’è spazio per un futuro di speranza a livello istituzionale dopo la crisi Covid? Ecco, per Cassese le nubi sono ancora molto fosche «nessuna civiltà viene distrutta da fuori senza essersi prima rovinata da sola, nessun impero viene conquistato dall’esterno, senza che precedentemente fosse già suicida. Una società e una civiltà si distruggono con le proprie mani quando hanno smesso di comprendere la loro ragion d’essere, solo quando il pensiero dominante attorno al quale erano prima organizzate è come diventato straniero a loro stesse».