Nuovi elementi sul caso della professoressa arrestata con l’accusa di violenza sessuale ai danni di alcuni studenti minorenni a Castellammare di Stabia (Napoli), in servizio presso l’Istituto scolastico “Catello Salvati” nel ruolo di insegnante di sostegno. La docente, finita in manette il 14 gennaio, fu aggredita nel novembre scorso dai genitori che l’avevano denunciata per i presunti abusi sui loro figli, e si era difesa sostenendo che fosse tutto falso. Sarebbero almeno 7 i minori di età inferiore ai 14 anni coinvolti nella vicenda. Per chi indaga, le loro testimonianze, acquisite in sede di audizione protetta, sarebbero coerenti con i riscontri investigativi e perciò credibili.
La madre della docente ha rotto il silenzio con un intervento ai microfoni di Chi l’ha visto?, che ha cercato di raccogliere le dichiarazioni dei parenti. La donna, attraverso il citofono della sua abitazione, ha risposto brevemente all’inviata della trasmissione di Rai 3 precisando di far parte di una famiglia di insegnanti in cui non è mai emersa alcuna criticità e ha affermato che sua figlia è una persona “studiosa” e lontana anni luce dal ritratto emerso dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torre Annunziata. Secondo il giudice per le indagini preliminari, la professoressa attualmente indagata e in cella da poche ore sarebbe “schiava dei suoi impulsi sessuali” al punto da rompere ogni argine morale e deontologico nelle proprie condotte così da configurare il concreto pericolo di reiterazione del reato. Per questo, come precisato in una nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso, a carico della 40enne si è resa necessaria l’applicazione della “più grave delle misure” restrittive possibili in questa fase dell’inchiesta.
Castellammare di Stabia, l’indagine sulla prof arrestata: il quadro accusatorio e il materiale sequestrato
L’indagine a carico della professoressa era iniziata mesi fa con la denuncia dei genitori dei minorenni coinvolti nelle presunte violenze sessuali, ed è sfociata in un provvedimento di custodia cautelare in carcere alla luce di condotte che la Procura definisce “di estrema e intrinseca gravità”.
Dall’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata emerge un quadro accusatorio pesantissimo a carico dell’insegnante indagata, ritenuta dagli inquirenti gravemente indiziata dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Secondo gli investigatori, la donna avrebbe condotto i minori in una stanza riservata della scuola, da lei chiamata “la saletta”, facendola diventare il teatro dei presunti abusi.
Nell’abitazione della docente, riporta Ansa, sarebbe stato trovato un “archivio pornografico”. Il materiale in questione sarebbe stato sequestrato dagli investigatori per procedere agli accertamenti. Il personale della scuola, vertici e colleghi dell’indagata, sostiene di non aver mai avuto contezza dei fatti contestati e tutti avrebbero negato di essere a conoscenza dei presunti abusi all’epoca in cui si sarebbero consumati. Stando alle indagini, i minori coinvolti sarebbero stati sottoposti a continue minacce e ricatti da parte dell’insegnante per costringerli al silenzio. Agli atti ci sarebbero decine di screenshot di chat e diversi file audio individuati dalle famiglie delle presunte vittime nei rispettivi dispositivi cellulari, elementi ora al vaglio delle autorità. “Stiamo malissimo – ha detto la madre della professoressa a Chi l’ha visto? –, tutti si stanno accanendo contro questa ragazza senza che sia stato celebrato un processo. Noi qui siamo ridotti ai minimi termini, chiedo solo di essere garbati quando si parla della vita delle persone perché mia figlia è una persona che ha studiato regolarmente, siamo 27 insegnanti in una famiglia, ha conseguito dei titoli, amava e ha amato il suo lavoro come tutti noi“.