È stato pubblicato in questi giorni da parte dell’Ocse – ovvero l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – lo studio intitolato ‘How’s Life for Children in the Digital Age?’, che ha preso in esame buona parte della recente letteratura scientifica sull’uso del cellulare tra i giovani e i giovanissimi nei Paesi che aderiscono all’Organizzazione (ovvero, grosso modo, l’Europa, gli USA, parte del Sudamerica e l’Australia): i risultati sono – se non altro – preoccupanti, perché è ormai la quasi totalità dei ragazzini 15enni a possedere il cellulare, con la stragrande maggioranza che inizia la sua vita online già dall’età delle elementari, esponendosi a rischi enormi tra privacy, cyberbullismo e contenuti inappropriati.
Partendo dal principio, secondo i dati raccolti, l’Ocse dimostrerebbe che ad oggi circa il 98% dei quindicenni possiede un cellulare, con una larghissima fetta del 96% che ha anche libero accesso a computer, tablet ed altri dispositivi simili: un dato di per sé preoccupante, ma che peggiora ulteriormente se consideriamo che tra i 9 e i 10 anni quella stessa percentuale – relativa agli smartphone – si attesta al 70 per cento; il tutto con importanti distinzioni in base al ceto sociale, con i ragazzini più svantaggiati che sembrano avere accesso alla tecnologia prima rispetto ai loro coetanei più abbienti.
I dati dell’Ocse sull’uso del cellulare tra i giovani e i giovanissimi: il 17% è nervoso quando non ha accesso ai dispositivi
Ciò che fanno con il loro cellulare ragazzi e ragazzini – sempre secondo l’Ocse – cambia in larga parte in base all’età, con i giovanissimi che dichiarano un uso maggiormente educativo, talvolta informativo e spesso finalizzato a socializzare con i loro coetanei; mentre i ragazzi leggermente più grandi dichiarano un uso soprattutto (nel 60% dei casi) ricreativo, con il 70% di loro – abitudine maggiormente diffusa nei 15enni migranti – che crea e modifica contenuti originali sulle piattaforme social.
Importante, però, soffermarci anche sui dati negativi, perché, secondo l’Ocse, sono circa il 10% i ragazzi sotto i 15 anni – ovviamente tra quelli che dispongono di un cellulare, computer o tablet – che mostrano atteggiamenti problematici, con il 17% del totale che dichiara, peraltro, di sentirsi nervoso o stressato quando non ha modo di usare il cellulare: non sorprende, in tal senso, che il 42% dei 15enni e il 10% degli 11enni abbiano subito cyberbullismo o ricevuto insulti di vario tipo sulle piattaforme; mentre, analogamente, le ragazze sembrano essere più esposte al rischio di dipendenza dai social e i ragazzi a quello per i videogiochi, cadendo anche più facilmente nella rete delle fake news.