In occasione della commemorazione dell'omicidio del Generale dalla Chiesa, la Rai trasmette il film biografico con Lino Ventura, diretto da Giuseppe Ferrara
Cento giorni a Palermo, film su Rai 3 con la regia di Giuseppe Ferrara
Sabato 6 settembre, nel pomeriggio di Rai 3 alle 15, si rende omaggio al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa con la messa in onda del film del 1984 Cento giorni a Palermo, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di mafia che coinvolse lui, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo, il 3 settembre 1982. Il biopic racconta gli ultimi cento giorni che il generale trascorse come Prefetto del capoluogo siciliano ed è diretto da Giuseppe Ferrara, regista che ha fatto dell’impegno sociale la sua cifra stilistica, sempre a metà tra il racconto scenico e il documentario. Due anni dopo girerà Il caso Moro, con Gian Maria Volonté, ma sono molti i titoli impegnati, come Giovanni Falcone, I banchieri di Dio e Guido che sfidò le brigate rosse, tra gli altri.
Il protagonista è interpretato dal campione di lotta greco-romana e attore Lino Ventura, conosciuto più per il ruolo da villain nel cinema francese per registi del calibro di Louis Malle, Henri Verneuil e Claude Miller. Al suo fianco, nel ruolo della moglie, una giovane Giuliana De Sio, vincitrice di due David di Donatello nella sua carriera. Completano il cast Arnoldo Foà, Lino Troisi, Stefano Satta Flores e Adalberto Maria Merli.
La trama del film Cento giorni a Palermo: un omicidio annunciato e la mancanza dello Stato
In Cento giorni a Palermo, si narra degli eventi che insanguinarono la Sicilia a partire dalla fine degli anni ’70, con una serie di omicidi eccellenti tra magistrati e forze dell’ordine da parte di Cosa Nostra, capeggiata da Totò Riina e Bernardo Provenzano: una scia di sangue che sembrava inarrestabile e che culminò con l’assassinio del segretario del PCI siciliano Pio La Torre, nel 1982.
Dopo l’ennesimo delitto, lo Stato dovette dimostrare di essere reattivo e inviò l’uomo migliore che aveva, ovvero il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, che era stato fondamentale durante gli anni di piombo, ma che conosceva bene anche la criminalità organizzata siciliana, contro la quale aveva instaurato già una dura lotta a partire dal dopoguerra.
Giunto a Palermo, dalla Chiesa scopre una realtà molto più complessa del previsto, con legami tra mafia e apparati dello Stato, come le esattorie e addirittura le banche. Il Generale viene di fatto lasciato solo, nonostante le tante rassicurazioni a parole prima della sua partenza per la Sicilia, aiutato solo da pochi fedelisssimi e costantemente sotto minaccia di morte: situazione denunciata apertamente in un’intervista a Giorgio Bocca. L’uomo cerca così il sostegno della società civile, ma tutto risulta inutile: verrà ucciso in un agguato alle 21 del 3 settembre 1982, in via Carini, dopo essere salito sull’Autobianchi A112 guidata dalla moglie, anch’essa vittima, insieme all’agente della scorta che lo seguiva su un Alfetta.
