CESARE CASADEI TRA PRESENTE E FUTURO
Giovedì sera Cesare Casadei giocherà la semifinale del Mondiale Under 20 con l’Italia: avversaria la Corea del Sud, che ha fatto fuori quella Nigeria che ci aveva battuto nel girone. Degli azzurrini allenati da Carmine Nunziata, Casadei è il grande trascinatore: con 6 gol è il capocannoniere del torneo, l’ultimo azzurro a riuscire nell’impresa era stato Riccardo Orsolini ma l’attuale esterno offensivo del Bologna si era fermato in semifinale. Casadei sogna ora di sollevare la coppa con i suoi compagni, che naturalmente andrebbero citati: Simone Pafundi, che gioca tre anni sotto età ma sembra un veterano; il capitano Samuel Giovane, che fa due o tre ruoli contemporaneamente ed è la diga del nostro centrocampo; Tommaso Baldanzi, affermatosi in Serie A con l’Empoli e ora pronto a esplodere.
Come Casadei, che nel massimo campionato non ha mai esordito: l’estate scorsa il Chelsea ha bussato alla porta dell’Inter e lo ha portato a Londra (direttamente dalla Primavera nerazzurra), dietro il pagamento di 15 milioni più bonus. Sono ovviamente tanti soldi per un calciatore con zero presenze da professionista, ma evidentemente i Blues avevano visto quel qualcosa che il giovane, classe 2003, aveva iniziato a far vedere con le giovanili dell’Inter e che oggi invece sta mostrando a tutto il mondo. “Non ho mai pensato che non avrei esordito in Serie A con l’Inter” dice oggi Casadei a chi gli ricorda la trattativa.
LE PAROLE DI CASADEI
In una intervista a Repubblica il talento azzurro ha affermato di aver pensato ai lati positivi di questa esperienza, e oggi racconta che il gioco in Inghilterra è più fisico rispetto all’Italia, anche perché arrivato al Chelsea si è dovuto confrontare con il campionato Under 23 e, di conseguenza, con ragazzi di 3-4 anni più grandi rispetto alla Primavera (circa questo argomento si potrebbe fare un discorso parecchio lungo). Casadei è stato più volte accostato a Sergej Milinkovic-Savic; lui si schermisce al paragone, afferma che il merito dei suoi gol sta certo nell’altezza ma anche nel fatto che con i compagni di nazionale ci si diverte molto, “è il nostro segreto”.
Il Mondiale? È un sogno, del quale per scaramanzia Casadei preferisce non parlare ad alta voce. Certo ne ha fatta di strada da quando, ricorda lui, giocava con i due fratelli usando il cancello di casa come porta: all’epoca immaginava di essere Ronaldinho o Kakà, oggi è semplicemente Cesare Casadei e sta trascinando l’Italia U20 nel Mondiale di categoria, con la speranza di avere una carriera anche solo vicina a quella dei due fenomeni brasiliani.