Nessuno vuole più fare lo chef di bordo nonostante per il lavoro si arrivi a percepire anche più di 10.000 euro al mese. Lo scrive Gambero Rosso, segnalando come l’offerta superi di gran lunga la domanda per questa mansione che consiste appunto nel cucinare sulle barche, lontano dalla terra ferma. Le figure professionali ricercate sono introvabili in particolare in Sicilia, così come precisa Palermo Today, che sottolinea come le persone che sono disposte a lavorare sulle navi sono sempre di meno. Si tratta di un settore che conta 1.700 imprese ma che oggi stanno facendo estremamente fatica ad ingaggiare uno chef di bordo, un cuoco che cucini sulle imbarcazioni.
Per provare ad arginare la situazione, Gambero Rosso scrive che “l’associazione di formazione Ted e la Sant’Erasmo Nautilus di Palermo, che si occupa di volontariato e inclusione sociale, hanno siglato un accordo per formare i professionisti per la cucina delle navi e non solo”. Tony Marfa, presidente della stessa associazione, aggiunge: «Rispetto al tradizionale chef – parole riportate da Palermo Today – lo chef di bordo oltre a occuparsi della cambusa e della cucina è chiamato svolgere compiti propri dell’equipaggio, soprattutto in quelle imbarcazioni di dimensioni inferiori in cui è richiesto un supporto, ad esempio, durante l’attracco in banchina».
CHEF DI BORDO CERCASI, NESSUNO VUOLE CUCINARE SULLE NAVI: “PROFESSIONI RICHIESTE…”
E in merito allo stipendio: «Sono professioni sempre più richieste che comportano giornate intense di lavoro e sacrifici ma che vengono remunerate con stipendi che possono superare i 10mila euro mensili. Eppure, oggi le aziende di charter trovano grosse difficoltà a reperire queste figure».
A complicare la situazione è il fatto che si tratta di figure precarie, legate alla stagionalità, ma è anche vero che se in 5 o 6 mesi, o magari anche di meno, si arriva a portare a casa potenzialmente dai 30 ai 60mila euro, si riesce di fatto a vivere anche nei restanti in mesi in cui non si ha un impiego.