Ospite questa sera nel salotto di Belve Crime – il nuovo programma condotto da Francesca Fagnani, in onda tutti i martedì a partire delle ore 21:21 su Rai 2 – Eva Mikula fu in parte determinante per permettere di portare a termine le indagini sui fratelli Savi e, soprattutto, sulla famigerata Banca della Uno bianca che loro stessi avevano fondato coinvolgendo poi anche Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli con i quali hanno terrorizzato l’intera Emilia-Romagna per sette lunghissimi anni: proprio i fratelli Savi – ovvero Roberto, Fabio e Alberto – grazie ai loro profondi intrecci con la polizia riuscirono a mettere a segno colpi impensabili, passando completamente inosservati.
Prima di arrivare ai fratelli Savi, è certamente utile ricordare – e in tal senso sappiate che su quest’altro tema abbiamo pubblicato un apposito articolo – che la Banda della Uno bianca agì del tutto indisturbata tra il 1987 e il 1994 mettendo a segno un totale di 103 differenti crimini durante i quali uccisero 24 persone e ne ferirono altre 114, con la strage del Pilastro (a Bologna) che fu il crimine a loro imputato più noto e l’arresto che avvenne per puro caso grazie all’intuizione di un agente che notò una targa sporca e riuscì a giungere alla figura di Fabio Savi imprimendo una svolta nelle indagini.
Chi sono i fratelli Savi Roberto, Fabio e Alberto: i tre fondatori e capi della Banda della Uno bianca
Al di là delle azioni della Banca della Uno bianca, qui vorremmo piuttosto soffermarci – appunto – sui fratelli Savi, partendo da Roberto Savi che è stato a tutti gli effetti considerato la mente e il braccio dietro ad ogni colpo: classe 1954, decise di entrate in polizia nel 1976 iniziando una rapida e silenziosa scalata che nel 1991 lo portò al grado di capo pattuglia e nel 1994 a quello ancor più importante di assistente capo della sala operativa che gli permise di conoscere l’effettivo dispiegamento delle forze e l’ubicazione delle pattuglie sul territorio; aspetto particolarmente utile per organizzare i tanti colpi della sua banda.
Tra i fratelli Savi, anche Fabio fu particolarmente importante per le azioni della Banda della Uno bianca, garantendosi un ruolo – esattamente come Roberto – in ognuno dei colpi messi a segno: anche lui provò ad entrare in polizia ma fallì per via di un difetto visivo (intraprendendo poi diversi lavoretti saltuari) e fu proprio lui ad intrecciare una relazione con Eva Mikula; mentre Alberto era il più piccolo dei tre: anche lui entrato in polizia, lavorava nel Commissariato di Rimini e si ritiene che fu trascinato quasi a forza nella Banda della Uno bianca per via del suo carattere debole, completamente assoggettato al volere dominante degli altri due fratelli.