I genitori di Chiara Poggi sono stati intervistati da Quarto Grado, un incontro che è stato mandato in onda durante la puntata di ieri sera. Rita e Giuseppe Poggi sono giustamente stanchi, amareggiati e anche arrabbiati per cosa sta accadendo in queste ultime settimane, uno sciacallaggio mediatico che sta infangando il nome della povera 26enne brutalmente uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. “E’ vero, verissimo, oggi ci troviamo costretti a dover difendere Chiara”, esordisce Rita, la mamma. “Quando una persona non c’è più e non è in grado di difendersi, queste per me son tutte calunnie”, aggiunge il padre Giuseppe. Riprende la parola la signora Rita: “Spero veramente che la smettano di parlare anche sui social, dove c’è di tutto, basta, basta. Dico e lo ripeto che sono persone vergognose e squallide, non si può continuare a fare illazioni su mia figlia che non c’è più e non può difendersi, questa è la cosa più brutta e vergognosa, spero che la smettano perchè non ne possiamo più, Chiara era una ragazza pulita, non aveva segreti, non come dicono, non aveva amanti e non aveva due telefoni. Questo è un male gratuito che si fa a Chiara”. Giuseppe aggiunge: “Lei non c’è più, è stata ammazzata, qualsiasi cosa che si dice non è giusto perchè non può difendersi”. Rita poi manda un chiaro messaggio ai naviganti: “Qualcosa senz’altro faremo, non si può tollerare una cosa del genere, non si può, siamo stati bravi fino adesso, ma adesso non lo saremo più”.
Gianluigi Nuzzi, conduttore di Quarto Grado, si è quindi sentito in dovere di prendere le difese dei poveri genitori di Chiara Poggi: “Queste persone magari faranno querele, ma avranno ristoro chissà fra quanti anni. Sui social un genio della tastiera scrive, ‘a me questi due genitori non convincono’. Due giorni fa ho parlato con due investigatori che mi hanno detto che ci sono persone che li continuano a chiamare chiedendo se Marco Poggi sia indagando, e chiedendomi da dove prendiamo queste notizie. Queste non sono notizie – puntualizza il conduttore di Quarto Grado – ma sono schizzi di fango su un morto e scusate se uso queste parole forti a quest’ora, è veramente una cosa indegna e penso che ci siano persone con nomi e cognomi che vogliono alimentare l’odio, il tiro a piccione, e vogliono creare delle situazioni che speriamo non ci scappi il morto, che nessuno arrivi a fare un gesto estremo. Quindi chiediamo il rispetto innanzitutto per questi genitori, che gli è stata sottratta una figlia, e che hanno avuto una giustizia che si può rimettere in discussione ma che lo faccia la magistratura, genitori che tra l’altro sono sempre stati a disposizione, anche dei giornalisti, anche adesso”.
CHIARA POGGI, I GENITORI: “ECCO PERCHE’ SIAMO RIMASTI IN QUESTA CASA”
E’ quindi ripresa l’intervista, e Giuseppe, il papà di Chiara Poggi, aggiunge in merito alla volontà di tornare a vivere nella casa dove è stata ammazzata la figlia: “Se non mi restituivano la casa io non mi sarei reso conto di aver perso una figlia, era come essere sempre in vacanza”. Su Andrea Sempio i genitori avrebbero “cambiato versione” negli ultimi anni, dicendo che non frequentava mai la casa e a riguardo Giuseppe Poggi ha fatto chiarezza: “Quando uscivano il sabato sera tutti gli amici di Marco non entravano mai in casa, suonavano il compleanno poi andavano, poi al pomeriggio che noi non eravamo a casa entravano, ci mancherebbe, se no come facevano a giocare? Sono due cose ben distinte”.
Rita conferma la presenza di Andrea Sempio, così come di altri amici, in casa: “Io venivo a casa verso le 16:30/17 e mi capitava che erano qui, anche Sempio, soprattutto nell’estate del 2007 che avevano finito di studiare tutti. In cantina avevano i giochi, anche vecchie console e giochi di società”. E ancora Giuseppe: “Tutti quei giochi non potevano restare su perchè non c’era posto, andavano a prendere i giochi e poi li mettevano a posto”. Sulla famosa impronta 33, quella trovata sul muro vicino al corpo di Chiara Poggi, e che per la procura apparterrebbe ad Andrea Sempio: “Se non c’è sangue è una impronta qualsiasi, può averla lasciata in qualsiasi momento, può succedere che uno appoggi la mano e poi c’è solo quella, non è che ci sono 50mila impronte”.
CHIARA POGGI, I GENITORI: “LE SCARPE DI ALBERTO STASI…”
Sulle scarpe di Alberto Stasi: “Il finanziere ci ha chiamato a Vigevano per vedere se riuscivo ad individuare un paio di scarpe che aveva Alberto Stasi e quelle che io avevo visto non le ha consegnate, Chiara mi aveva detto la marca ma non me la ricordo, mi aveva detto che erano solo costose e di marca”, riferendosi al fatto che Giuseppe aveva visto un paio di scarpe di Alberto quando la figlia era ancora in vita, che però sarebbero sparite.
Rita Poggi ha ripreso la parola: “Quando Alberto era a Londra Chiara non usciva, certo avrebbe potuto approfittarne ma lei non usciva. Stava sempre a casa, era così. Stasi aveva il mio numero, non ci ha chiamato prima di scavalcare il cancello, l’ho chiamato io per sapere se fosse vera la notizia, e lui mi aveva detto che era vero. Chiara aveva un solo telefono”, smentendo quindi un’altra fake news circolante negli ultimi giorni. Infine Giuseppe, commenta un po’ amareggiato: “Stanno cercando i motivi per scagionare Stasi e sono due cose diverse fra cercare indizi per Sempio e smontare quelli di Stasi”. Parole chiarissime quelle dei genitori di Chiara Poggi, da sempre convinti che l’unico assassino della figlia sia appunto Alberto Stasi.