A Storie Italiane vi era l’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, che ha subito risposto al collega Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, che ieri ha parlato di macchinazione nei confronti del suo assistito da parte della difesa del condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, nel 2017: “Parla di macchinazione? Sono affermazioni gravissime – racconta Giada Bocellari – ne risponderà nelle sedi opportune, dichiarazioni smentite dalla procura stessa. La Procura ha ottenuto la riapertura delle indagini ed ha fatto anche una consulenza tecnica giungendo alle stesse conclusioni a cui era giunta la difesa ben 9 anni, si tratta di affermazioni molto gravi”, ribadisce.
Secondo l’avvocato Sarno “Parlare di macchinazione potrebbe integrare il reato di calunnia – dando quindi ragione alla legale di Stasi – il fatto che è un elemento sia già stato discusso in un precedente processo non vuol dire nulla, visto che un elemento può essere oggetto di rivalutazione, oggi è diverso rispetto a quanto emerso durante il processo anni fa”.
Su Andrea Sempio vi sarebbero alcune cose che non tornano, a cominciare dal famoso scontrino del parcheggio, conservato immacolato per tempo come prova e alibi.
A riguardo è emersa una intercettazione in cui il ragazzo parla con il padre, dicendo di aver raccontato due versioni diversi agli inquirenti. Ci sono poi le telefonate a casa Poggi pochi giorni prima l’omicidio, nonostante non fosse in casa Marco Poggi, amico di Andrea Sempio.
CHIARA POGGI, L’AVVOCATESSA DI STASI E LE TRACCE DI DNA
La dottoressa Giada Bocellari ha ripreso la parola dicendo: “Ciò che posso dire è che c’è una grande confusione su dove si trovi questo dna, sotto o sopra le unghie di Chiara Poggi ma la cosa giusta è che si trova sulle unghie della ragazza. Non si può dire se fosse sotto o sopra il profilo del dna poi il valore probatorio è chiaramente diverso se si trovi sopra o sotto, ma questo attiene ad un passaggio successivo. Si può dire che era sulle unghie – ribadisce – non sappiamo se sopra o sotto, poi si faranno ragionamenti successivi. Il computer di Chiara Poggi aveva le tracce di Andrea Sempio?”.
E ancora: “Quel computer Chiara non lo usava dal 10 agosto, quindi non si sarebbe più lavata le mani fino al 13 agosto? Oltre alla prova scientifica c’è anche quella logica ma quello è un passaggio successivo. Dal punto di vista della difesa di Stasi ciò che è importante è che le verifiche vengano fatte, le avevamo chieste già nove anni fa.
Nel processo di udienza emerse che questo dna sulle unghie di Chiara Poggi era da contatto diretto – ha aggiunto – poi quando la parte civile chiese un ulteriore accertamento disse che era necessario rianalizzare le tracce biologiche delle unghie di Chiara Poggi in quanto si sarebbero trovate tracce dell’aggressore.
Anche l’ora della morte di Chiara Poggi, nella sentenza si legge che è morta fra le 9:12 e le 9:35, non fino alle 10:30, non si possono prendere solo le cose che fanno comodo, bisogna considerare tutti gli elementi, poi la valutazione li farà la procura, che starà facendo altre indagini e attendiamo”. L’avvocato ricorda che “Nel 2017 si arrivò all’archiviazione di Andrea Sempio ma senza una consulenza tecnica, non erano stati fatti approfondimenti e per noi fu un dispiacere”.
CHIARA POGGI, “LA PROCURA POTREBBE AVERE ALTRO IN MANO”
La sensazione circolante è che la procura abbia altri elementi in mano, di conseguenza non si limiterà solamente al dna, una prova che era già stata archiviata anni fa. Di conseguenza sarebbe interessate capire cosa sanno gli inquirenti e quali saranno le prossime mosse, anche capire se verranno eventualmente indagate altre persone. Ricordiamo che chi indaga sta prendendo in considerazione, sembrerebbe, più dna di ignoti, quelli trovati sulla scena dell’omicidio di Chiara Poggi.
“Se dovesse accertarsi di Andrea Sempio che adesso non è colpevole, questo porterebbe ad una persona che sta scontando una pena per un reato che non ha commesso”, dice il magistrato Valerio De Gioia, riferendosi ad Alberto Stasi che poi si dice convinto che la Procura fa bene a fare queste ulteriori indagini o eventualmente all’archiviazione in caso di mancati elementi: “Se io vengo assolto e parto in giudicato una sentenza di assoluzione, anche se confesso la procura non può più esercitare azioni nei miei confronti, quindi le indagini riaperte sono un segnale positivo”.
Per l’avvocato Bocellari: “E’ giusto il discorso sulla revisione ma noi non abbiamo intenzione di fare mosse eclatanti anche perché Alberto è ormai verso il fine pena. Bisogna fare luce su questa vicenda e quando sarà tutto finito faremo gli accessi agli atti per poter fare una revisione della sentenza al carico di Stasi, per cui bastano elementi nuovi idonei a istillare un ragionevole dubbio. Non è necessario che Andrea Sempio venga condannato per ottenere una revisione ma lo valuteremo quando avremo gli elementi”.