La storia di Matteo Colella, un ragazzo che è guarito grazie ad un miracolo di Padre Pio, come ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, torna d’attualità, trattata quest’oggi presso gli studi del programma di Rai Uno “La Vita in Diretta”. Ospite c’è Alessandro Greco, molto devoto al padre con le stigmate: «Ho sempre avuto una devozione particolare per lui – racconta negli studi de La Vita in Diretta – ma devo il mio primo viaggio a San Giovanni Rotondo a Lino Banfi, quando facevo con lui un programma nel 1994-1995. Lui mi disse che doveva andare lì in viaggio e avvenne per me questo incontro con questa realtà che mi ha colpito soprattutto spiritualmente. La grande forza di questo frate – prosegue il noto conduttore – è essersi completamente uniformato a Cristo, in particolare l’essere al servizio della gente, delle persone bisognose, in tutto quelle che sono le loro necessità, dai bisogni di natura spirituale a quelli di natura fisica. Esattamente quello che ha fatto Gesù e che ci sta insegnando nuovamente il Cristo in questo Triduo di Pasqua». Alessandro Greco non ha mai nascosto questa sua devozione a Padre Pio, e a testimonianza, la conduzione per due edizioni di “Una voce per Padre Pio”, programma in onda su Rai 1 dal 2000 ad oggi. «La fede – ha aggiunto e concluso Greco – è la capacità di svuotarsi il più possibile di se stessi dell’io per fare entrare Dio». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MATTEO COLELLA, IL MIRACOLO DI PADRE PIO
Matteo Colella è un ragazzo di 26 anni che è stato miracolato da Padre Pio. Un miracolo ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, avvenuto nel 2000, 19 anni fa, quando lo stesso aveva appena 7 anni. Come ricorda FoggiaToday, era una fredda mattina del 20 gennaio quando Matteo, che si trovava a scuola, iniziò ad accusare degli strani malesseri con una febbre che salì addirittura a 40 gradi. Visto che le sue condizioni fisiche non miglioravano, i genitori decisero di portarlo in ospedale, presso la Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, dove la diagnosi fu tremenda: meningite acuta. Una malattia che nel giro di sole 24 ore prese il sopravvento, compromettendogli ben nove organi vitali, e provocandogli cianosi, edema polmonare e bradicardia. Matteo entrò così in coma, i medici provarono ad aumentare il dosaggio dei farmaci, ma ormai erano consci che il piccolo di sette anni era ormai spacciato: “Non c’è più nulla da fare – dirà un medico – il bambino non si riprende”. I genitori, devoti da anni a Padre Pio, provarono quindi l’ultima carta, iniziare a pregare il padre con le stimmate, affinché lo stesso potesse guarire il loro figlio.
MATTEO COLELLA, MIRACOLO DI PADRE PIO
In breve tempo la preghiera si diffuse anche a parenti, amici, compagni di classe e insegnanti, infermieri, un unico appello nei confronti di padre Pio per salvare il povero Matteo. E dopo 10 giorni di coma, il 31 gennaio del 2000, avvenne il miracolo: quel bimbo, con nove organi che avevano smesso di funzionare, si svegliò improvvisamente e chiese un gelato. Ma non finisce qui, perché a sorprendere ancora di più, e a far gridare al miracolo, fu il fatto che Matteo sembrava aver superato una semplice influenza. Scientificamente, anche se lo stesso si sarebbe ripreso dopo il coma, avrebbe dovuto subire dei gravi danni cerebrali e renali, ma Matteo stava benissimo, e dopo soli 6 giorni iniziò a guardare tranquillamente la televisione. Nessuno all’interno dell’ospedale riuscì a dare una risposta a tale guarigione, e poco dopo il Vaticano dichiarò il miracolo di padre Pio. Matteo, dopo aver superato quei giorni, racconterà che mentre era in coma gli apparve il volto di un vecchio ”con la barba bianca e un saio lungo e marrone” che gli diceva ”non ti preoccupare, tu presto guarirai”. E così avvenne il miracolo.