Secondo quanto comunicato dalla Conferenza dei Vescovi francesi in un articolo pubblicato dal sito Catholicherald, dal gennaio al marzo 2019 si sono verificati in Francia 228 “atti anticristiani violenti”. Nel 2018, la polizia francese ha riferito di 129 furti e 877 episodi di vandalismo nei siti cattolici, in maggioranza chiese e cimiteri. Per il ministero degli Interni il numero sarebbe leggermente inferiore.Tali attacchi sono quadruplicati dal 2008 al 2019. Lo scorso mese di giugno più di cento tombe sono state rovesciate e danneggiate nel principale cimitero cattolico di Tolosa. Mentre la Francia ha subìto più attacchi di qualsiasi altro paese in Europa, il loro numero è aumentato in tutto il continente. Gli atti di vandalismo e gli attacchi sembrano non essere coordinati da un’unica strategia con motivazioni condivise. All’inizio di quest’anno, quando sei chiese furono date alle fiamme o vandalizzate in una settimana, vennero identificati come autori dell’atto due giovani, in un altro caso l’autore era un senzatetto di 35 anni. Dei perpetratori identificati di attacchi anti-cristiani, oltre il 60 per cento sono minorenni. Molti autori “sembrano essere giovani annoiati, o psicologicamente disturbati o senzatetto, piuttosto che membri di gruppi organizzati che avanzano un’agenda politica”, dicono le autorità. Un disagio sociale e umano che si sfoga contro la Chiesa.
IL DISAGIO SOCIALE
Nessun attacco prende di mira i fedeli, ma solo gli edifici, i cimiteri e altri oggetti fisici. Dunque i simboli del cristianesimo. L’arcivescovo di Marsiglia, George Pontier, ha minimizzato il caso, dicendo che la Chiesa non vuole parlare di persecuzione. Certamente si tratta di parole usate per non infiammare lo scontro sociale, ma è un dato di fatto che il cristianesimo in Francia è sotto attacco. Non esistono però prove documentate che dietro a questi attacchi ci siano gli islamici. Anche il governo francese minimizza il fatto per timore però di alimentare la reazione anti musulmana e la rappresaglia, ma nessuno di questi episodi si è mai verificato. Nel 60% dei casi piuttosto gli atti di vandalismo consistono di iscrizioni sataniche, simboli anarchici, svastiche o slogan nazionalisti. Insomma, dice la Conferenza episcopale, “una brutta frangia sociale disperata che genera una crescita dell’odio anti cristiano”. Non è mai stata facile la convivenza, dopo la Rivoluzione francese, nella società civile tra Stato e Chiesa, con il primo che ha cercato in ogni modo di limitare la presenza sociale dei cristiani e soprattutto dei membri della Chiesa.