In un recente intervento, Christine Lagarde ha messo in guardia sugli effetti dell'inquinamento marittimo: sicurezza alimentare e prezzi sono a rischio
Intervenuta durante il forum Blue Economy and Finance organizzato nel Principato di Monaco dalle Nazioni Unite e incentrato sul tema dell’economia marittima, la presidente della BCE Christine Lagarde si è lanciata in una lunga invettiva contro il cambiamento climatico e le emissioni di Co2 che, a suo avviso, starebbero distruggendo l’oceano, quest’ultimo centrale nell’economia mondiale: un intervento, quello di Lagarde, che ovviamente non è passato inosservato, con il quotidiano La Verità che l’ha subito ricollegato a un (forse maldestro) tentativo della presidente della BCE di dare una spallata – per ragioni effettivamente ignote – agli obiettivi green della Commissione europea.
Secondo Lagarde, infatti, gli oceani che bagnano il nostro pianeta sono dei veri e propri “pilastri importanti a sostegno dell’economia mondiale”, in grado di garantirci una certa “sicurezza alimentare”, parecchie “opportunità economiche” e anche materie prime fondamentali per “medicinali e biocarburanti”: attualmente, però, secondo la numero 1 della BCE, gli oceani sono sottoposti a “uno stress straordinario” tale da danneggiare sia “l’economia”, sia l’effettiva lotta contro il cambiamento climatico, dato che sono sempre meno in grado di “assorbire calore e carbonio”.
Christine Lagarde: “Possiamo ancora salvare gli oceani, la nostra sicurezza alimentare e i prezzi”
Insomma, secondo Lagarde, se non si inverte la rotta immediatamente – e avvisa anche che “potremmo non essere in grado di rimediare al danno fatto” – la conseguenza è che, con gli oceani eccessivamente inquinati, “la sicurezza alimentare potrebbe essere compromessa, portando potenzialmente a una maggiore volatilità dei prezzi”; fermo restando che, al contempo, se le acque marittime si alzassero eccessivamente “le persone potrebbero essere costrette a spostarsi”, con tutto ciò che di negativo – a suo avviso – ne conseguirebbe.
Seppur il rischio di non riuscire a invertire completamente la rotta sia alto, secondo Lagarde siamo ancora in tempo per “rallentare la spinta” e – forse – nei prossimi anni addirittura “fermarla”: i passi da compiere, a suo avviso, sono due, partendo dal tema del “taglio delle emissioni di gas serra” in linea con il Green Deal e gli accordi di Parigi, e arrivando fino a nuovi investimenti per adattare le “infrastrutture” marittime, puntando a nuove dighe e barriere in grado di mitigare gli effetti dei disastri.