Mentre l’amministrazione Trump celebrava fieramente il contratto da 23 miliardi di dollari con la Boeing per sviluppare l’F-47, il caccia stealth di sesta generazione, la Cina ha sferrato un colpo a sorpresa e decisamente inaspettato.
Con un decreto del Ministero del Commercio, il governo cinese ha imposto dure restrizioni all’export di terre rare critiche per l’industria aerospaziale: samario, disprosio, lutezio e altri elementi essenziali per radar, motori e sistemi di guerra elettronica.
Una mossa strategicamente calcolata, risposta alle tariffe del 34% annunciate da Trump su prodotti cinesi, che mina direttamente il programma Next Generation Air Dominance (NGAD): “Senza questi minerali, l’F-47 sarà un guscio vuoto”, è la minaccia di un report di SFA Oxford, società di consulenza strategica.
La posta in gioco è decisamente alta: il Paese asiatico controlla il 90% della produzione globale di terre rare, e il 5% di queste finisce proprio nella difesa USA, un ricatto silenzioso che rievoca il blocco delle esportazioni al Giappone del 2010 durante la crisi delle isole Senkaku. “Non è una guerra commerciale, è una guerra tecnologica”, è il commento degli analisti.
Cina vs Trump: il duello sulle risorse che decide il futuro dei cieli
Il caccia, progettato per essere il sostituto dell’F-22 Raptor entro il 2030, dipende da leghe di titanio, tungsteno e magneti al neodimio made in China: ogni esemplare richiede 920 libbre di terre rare, come già avviene per l’F-35, le cui forniture ora rischiano di rallentare.
“Senza gadolinio, i motori si sciolgono a mezz’aria”, spiega un ingegnere della Lockheed Martin sotto anonimato, e Pechino – oltre alle terre rare – ha incluso nel blocco anche molibdeno e indio, usati per i rivestimenti stealth.
Il Presidente americano ha risposto provocatoriamente, definendo la mossa “un atto di debolezza”, ma i fatti parlano da soli: il governo cinese può strangolare intere filiere semplicemente limitando le licenze di esportazione, e nel frattempo il Pentagono pondera alternative disperate, dall’estrazione in Australia al riciclo di vecchi dispositivi elettronici.
“Siamo di fronte a un nuovo tipo di guerra fredda”, avverte Craig Singleton della FDD, “dove le risorse naturali sono l’arsenale decisivo”, e con il Next Generation Air Dominance a rischio, Trump rischia di vedere il suo gioiello tecnologico trasformarsi in un costoso fallimento, mentre Pechino dimostra che il dominio sulle materie prime vale più di mille caccia invisibili.