Sono le signore del coraggio, le signore di Donna Avventura, quelle che si sono cimentate in questa splendida manifestazione giunta quest’anno alla ventesima edizione, con il prossimo tour in Brasile.
Le ultime due edizioni si sono svolte in Australia e in Indocina e sono state veramente emozionanti. Cento giorni in cui queste nobildonne dell’età moderna si sono esibite in mezzo a difficoltà incredibili, con uno spirito di adattamento eccezionale, ad affrontare solo con la loro forza interiore e le loro abilità tecniche questo tour, questo rally speciale in mezzo alla natura più selvaggia, in nazioni contraddistinte da fenomeni atmosferici eccezionali, con la prospettiva di conoscere luoghi e popoli sconosciuti.
Sono capaci di tutto le ragazze di Donna Avventura, un equipè di sei persone che affronta questi cento giorni di percorso in perfetta solitudine, affiancate solo da un capo-spedizione e da un operatore televisivo, e che viene poi sostituita da altrettante ragazze che di volta in volta intervengono lungo questo tragitto micidiale, perché la resistenza e il coraggio sono grandi, ma almeno i cambi devono essere fatti lungo un rally così importante. Il compito in effetti è duplice, quello di andare per luoghi inesplorati essendo capaci di fare di tutto (i meccanici, le cuoche, le autiste, le guide, le dottoresse, insomma delle superwoman, quali ne se trovano poche in giro), e quello di poter produrre un programma molto buono per la trasmissione di Donna Avventura che viene trasmessa ogni anno su Rete 4.
Alle selezioni arrivano in migliaia pronte ad affrontare questa prova spartana animate da tanto orgoglio femminile. Possiamo proprio dire che Donna Avventura è una manifestazione vincente, che lascia il segno, grazie anche ad un’organizzazione di primissima qualità, efficiente e intuitiva allo stesso tempo. Così abbiamo voluto anche parlare con tre protagoniste che hanno partecipato alla scorsa edizione, svoltasi in Indocina, per capire meglio i segreti delle Signore del coraggio e tutto il fascino di questa manifestazione.
Sono belle, brave e simpatiche, rappresentano la crema della femminilità italiana, pronte a trasformarsi in personaggi pronte a sfidare ogni limite e a calarsi anche nella normale, ma altrettanto difficile vita quotidiana.
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La prima è Chiara Baselice nata a Milano il 24 ottobre 1980, una donna bellissima, intelligente e molto sensibile, abituata a misurarsi con tutti i traguardi possibili. Una laurea in psicologia, un lavoro molto importante nella realizzazione di eventi di grande valore e classe, la partecipazione al Giro d’Italia 2008. Una serie di esperienze in tanti campi come in quella degli sport estremi, come in quello del paracadutismo, e nello stesso tempo l’attaccamento alla vita normale per non vivere la vita e queste esperienze di Donna Avventura in Australia e in Indocina come una fuga dalla realtà. Potremmo definirla per la sua completezza e la sua preparazione culturale ed esistenziale una sorta di Leonardo da Vinci al femminile. Per Chiara avere coraggio è importante in una manifestazione del genere, vincere quelle paure che fanno parte della vita di tutti i giorni, ma è necessario avere anche tanto spirito di adattamento e di sacrificio per poter affrontare una prova del genere nel miglior modo possibile. Perché stare cento giorni con altre ragazze e vivere vita di gruppo non è cosa semplice. Bisogna imparare a convivere con altre persone con cui si condivide un progetto comune e poi stare a quelle regole ferree che il capo-spedizione impone all’inizio di questo lungo viaggio. È una battaglia e Chiara dice che bisogna essere delle guerriere, tanto che lei stessa per tutte le esperienze che ha fatto nella sua vita è considerata essa stessa una guerriera dai suoi amici. Una donna vera, moderna, una protagonista che non rinuncia a quegli spazi di tenerezza che anche una manifestazione come Donna Avventura concede: commuoversi di fronte a un cielo stellato e chiedersi che senso ha la vita, a cosa apparteniamo, chi siamo, scendere in domande esistenziali che questi grandi spazi che si incontrano in mezzo alla natura in Australia e in Indocina danno. Già poi la natura, un qualcosa da rispettare, da amare come qualcosa di sacro e inviolabile. In questa vita on the road come ama definirla lei, che è la sua esistenza, esistono spazi per condividere sentimenti veri che nascono al di fuori dei confini della società computerizzata. Sono quelle radici a cui non si può rinunciare mai. Si la cosa che manca di più sono quelle persone che non si vedono per tanto tempo di questo raid speciale. Il viaggio e nello stesso tempo le radici. Chiara guarda il sole che sorge dell’Australia. È la poesia on the road.
Già personaggi stupendi quelli di Donna Avventura, sorprendenti, come è anche Chiara Babilani nata a Pavia il 30 ottobre 1975, una persona affascinante, vivace, forte nello stesso tempo: Anche lei due esperienze a Donna Avventura in Australia e in Indocina, anche lei con un forte attaccamento al reale. Quel suo lavoro in un’organizzazione non governativa a Lugano, che la porta a viaggiare spesso, in Africa. Una laurea in filosofia quasi a dimostrare questa capacità di trasformazione culturale ed esistenziale. Vorrebbe essere come Florence Arthaud la velista mitica francese che è entrata nella leggenda, ma con la sua esperienza in questi viaggi di Donna Avventura quasi c’è riuscita. Perché la qualità di Chiara è quella di avere in questi raid self control, equilibrio, come la sua dimestichezza nel trattare i serpenti. Le piacerebbe partire per il Brasile per un terzo tour, ma si accontenta di passare i suoi weekend in campagna in provincia di Pavia nei suoi weekend e di fare quando può escursioni in montagna. Un personaggio eclettico che legge, dipinge, fa sport.
La vita secondo Chiara Babilani va affrontata razionalmente e l’avventura come nel caso di questi viaggi così incredibili è sempre lì alla portata di tutti. Perché per lei l’uomo si porta dentro di sé questa voglia innata di conoscenza che ha fatto di Ulisse il personaggio simbolo di tante generazioni e forse di tutta l’umanità. Così Chiara che ama sognare vorrebbe fare un Donna Avventura del futuro in barca a vela alla maniera dei grandi navigatori. O anche avventurarsi nella Russia, in Siberia, perché nessun limite ci è precluso. I suoi sogni toccano l’infinito.
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E così ad appena 25 anni c’è chi come Benedetta Delogu di Piacenza ha avuto già l’esperienza a Donna Avventura, tra la laurea a Scienze della Comunicazione, la sua professione di reporter appena iniziata e questa avventura particolare. Lei è una donna indipendente che ama andare a cavallo, che ama la natura e i posti tranquilli, là in provincia di Piacenza a Carpaneto, una donna riflessiva e volitiva, con un carattere ben delineato pronta a fare quest’impresa di Donna Avventura con coraggio e forza straordinaria. Perché Benedetta sogna di diventare come Hemingway, di raccontare come i grandi scrittori e i grandi reporter delle storie suggestive, delle storie incredibili, magari proprio come quei reportage di guerra che sorprendono il pubblico. Insomma Benedetta c’è l’ha nel sangue questo spirito di avventura: viaggiare, mettersi a contatto con quelle esperienze al limite del sovrumano che questi raid danno. L’ha colpita lo spirito, l’animo dei popoli dell’Indocina che hanno mostrato tutta la loro ospitalità, la loro accoglienza. Sono persone semplici che amano la vita e accettano quello che viene loro dato, memore di quell’insegnamento e di quella filosofia che la religione buddista dà.
Partirebbe per l’America a fare un viaggio nelle strade degli States per scoprire il fascino di questa terra. Lei, ragazza dolce, speciale che non vuole rinunciare a scoprire tutti i segreti della vita e di rimanere estasiata come Chiara Babilani di fronte alle popolazioni indigene, agli aborigeni del Borneo. Un personaggio curioso e pieno di voglia di conoscenza.
Una reporter moderna, una reporter di sangue blu. Come queste tre protagoniste di Donna Avventura che hanno raccontato le loro storie con semplicità e stile. Protagoniste di un’esperienza irripetibile. Donna avventura. C’è un silenzio irripetibile. Il Brasile la prossima sfida…
(Franco Vittadini)