A me non importa se un film è di destra o di sinistra – ha detto il regista Renzo Martinelli – mi importa che emozioni. Emozionato di sicuro è Umberto Bossi, che oggi, insieme a politici, imprenditori, esponenti del mondo della finanza ha partecipato allanteprima del nuovo film Barbarossa, il nuovo kolossal di Martinelli da trenta milioni di euro. Tanti effetti speciali e la consacrazione cinematografica dellantenato e nume tutelare di tutti i leghisti, Alberto da Giussano.
Unoperazione politica? risvolti inevitabili, si direbbe. Ciò che importa è che un film piaccia al pubblico e sia fatto con coerenza. Non sono al servizio di nessuno e ciò che mi interessa è la ricerca storica che sta dietro i miei film – ha detto il regista -. Se poi vengono strumentalizzati non è colpa mia. Io avevo invitato anche tanti esponenti della sinistra, ma non sono venuti ha spiegato Martinelli.
Il film sta già entrando nellimmaginario dei leghisti, in una metafora che consacra sulla celluloide lazione politica del partito del Carroccio. Il Barbarossa voleva questi – ha detto Bossi qualche sera fa alla festa della Lega di Bruzzano sfregandosi lindice con pollice, un gesto che sta a significare i danee, i soldi; ma i milanesi gli han detto sciò, fora di ball, ha spiegato.