Rossella Canevari, una donna dai mille volti e mille progetti. Scrittrice di tre romanzi editi Newton Compton (Voglio un mondo rosa shokking, Un amore rosa shokking e No Panic); autrice televisiva (ha ideato Qualitalia DOP, programma sullenogastronomia che questanno è alla sua seconda edizione e firmato altri programmi tra cui Melaverde su Rete4, Radio Sex su Sky Show e In Prova su All Music); giornalista pubblicista (editrice della rivista online Mondo Rosa Shokking, che a breve avrà una veste totalmente rinnovata).
Tra i suoi progetti, anche un film per il cinema e un concorso internazionale legato a diverse forme darte. Labbiamo intervistata per voi.
Il romanzo No Panic racconta la storia di Bianca, una giovane donna che soffre di attacchi di panico, patologia di cui anche tu hai sofferto. Quanto è stato difficile scrivere di un argomento che ti riguarda così da vicino? E quanto catartico?
Uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere il romanzo è stata proprio lidea di farne un romanzo terapeutico, terapeutico per me e per gli altri. Perché gli attacchi di panico colpiscono molte persone, molte più di quante non crediamo. un argomento di cui ancora si conosce e si parla molto poco. L’ispirazione è arrivata un anno prima di iniziare a scrivere effettivamente. Nel momento in cui ho iniziato a mettere i miei pensieri su carta, ho dovuto fare i conti con il mio inconscio, con traumi e paure del passato. stata unesperienza terapeutica e catartica. Nonostante mi fossi già affrancata da questo dolore e fossi guarita dagli attacchi di panico (anche se dagli attacchi di panico non si guarisce mai veramente, si riescono più che altro a controllare), la vera rinascita lho avuta proprio scrivendo il romanzo.
La scrittura talvolta è qualcosa di molto personale, soprattutto se parte da una base di realtà e di esperienza vissuta sulla tua pelle (come nel caso di No Panic). vero che la finzione aiuta coprendo e mascherando la realtà, ma non hai mai paura a pubblicare il libro, dando così in pasto al pubblico una parte della tua vita?
No Panic è la storia di Bianca e non centra nulla con la mia vita, è pura fiction. Non ho avuto paura nel pubblicare il romanzo, perchè per me è stato più forte il desiderio terapeutico. difficile dare una spiegazione psicologica a sintomi fisici così reali e potenti, più reali della realtà. Gli attacchi di panico mi hanno fatto capire quanto siamo potenti, ovvero il potere che ha la nostra mente e questo può essere ribaltato positivamente: quando desideri fortemente una cosa, hai anche i mezzi per poterla realizzare. Gli attacchi di panico sono stati una delle cose più brutte, ma al contempo più belle della mia vita, perché mi hanno aiutato ad essere quella che sono oggi.
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Come ti approcci ad un nuovo romanzo: parti dalla struttura, dall’intreccio o da un personaggio? Come nasce l’idea?
C’è un discorso razionale ed uno creativo-emotivo, entrambe le cose convivono. All’inizio c’è un’intuizione e un bisogno: la scrittura è l’unica cosa, tra le tante che faccio, che per me è veramente un bisogno. Dopo un inizio dettato dal flusso di coscienza (alla maniera di Joyce) quindi irrazionale, subentra la parte razionale: scrivo il senso del romanzo in 5 righe, il pitch, senza il quale il romanzo non può nascere. Poi passo ai personaggi, inizio a creare e scandagliare i protagonisti, conoscendoli in profondità: cosa amano e cosa odiano, io stessa arrivo ad amarli o odiarli. E poi scrivo il romanzo, avendo deciso uno schema generale della trama. Spesso rispetto allo schema iniziale sono disobbediente. Nel momento in cui scrivo accadono cose inaspettate che mi stupiscono, la scrittura ti porta altrove rispetto a dove avevi programmato ed è in questo che secondo me risiede la vera creatività.
Il tuo metodo ricorda molto quello della tecnica di scrittura per il cinema. Proprio in questo periodo stai lavorando alla sceneggiatura di uno dei tuoi libri (Voglio un mondo rosa shokking). Un’arte aiuta l’altra, una scrittura influenza l’altra?
Sì, tutto influenza tutto, c’è una grande commistione. È la prima sceneggiatura che scrivo e per me è un’esperienza esaltante. La sceneggiatura e la scrittura sono simili, mi piacciono entrambi da morire. Ho sempre sognato di scrivere per il cinema e sapevo che in qualche modo ci sarei arrivata. Però la letteratura è il mio primo amore. Quando scrivo un libro sono sola, non ci sono produttori, registi o attori; posso creare liberamente un mondo e muoverne i fili, è il mio mondo. Con la sceneggiatura, invece, bisogna affrontare tutta una serie di problemi produttivi e di realizzazione. Ora sto imparando l’arte del compromesso e il lavoro insieme agli altri. Voglio un mondo rosa shokking è un libro che ho scritto molto velocemente, di getto, in un mese. E ora che lavoro all’adattamento per il cinema mi sono accorta della ricchezza del libro e del lavoro bello che avevo fatto. Ma ho anche scoperto alcune ingenuità, visto che il romanzo è grezzo e giovane. Ora non lo riscriverei così e, infatti, nella sceneggiatura molte cose stanno cambiando rispetto al libro.
E la storia sta uscendo rafforzata dalla sceneggiatura o hai dovuto rinunciare a certe cose, elementi importanti del libro?
Senza dubbio rafforzata. La sceneggiatura mi sta aiutando a vedere cose che prima non avevo notato anche perché ero agli inizi della mia carriera. Sto scrivendo con due sceneggiatori, una donna e un uomo, non volevo farne un film solo femminile. Avevamo bisogno anche del punto di vista maschile per creare un film che potesse parlare a tutti. Anche su una tematica molto delicata – di cui parla il libro e il film – come l’interruzione di gravidanza: cerchiamo di parlarne anche dal punto di vista maschile, non solo da quello femminile.
Sarà una commedia per tutti e conterrà anche una forte critica al mondo della televisione contemporaneo. Con la sceneggiatura sto imparando l’arte della diplomazia e del compromesso. Soprattutto per me che ho scritto il libro, certe critiche degli sceneggiatori quasi mi danno fastidio perchè quelli sono i miei personaggi, li ho creati io. E, invece, aprendosi agli altri, alle visioni altrui, non si fa che arricchirsi e scoprire cose nuove. Tutto diventa ancora migliore.
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Su cosa stai lavorando ora? Stai scrivendo un quarto romanzo?
Sto lavorando su una storia molto particolare, legata al sovrannaturale. Una storia originale, che spero di riuscire a rendere come ce l’ho nella testa. Un tema in cui credo molto e per questo non l’avevo ancora trattato, ora mi sento abbastanza matura per farlo. Quando scrivo succede questa strana cosa per cui ciò che accade nei miei romanzi spesso poi si verifica nella mia vita, dopo la pubblicazione. Per esempio in Un amore rosa shokking la protagonista si trasferiva a Barcellona, dopo la pubblicazione anch’io sono finita là a vivere. Non so se parlare di magia o di strane coincidenze, ma è anche di questo che parlerà il mio prossimo romanzo.
Con No Panic hai già avuto una svolta un po’ più “seria” rispetto ai primi due libri. Questo quarto romanzo è più nel filone rosa shokking o segue quello di No Panic?
È sicuramente un proseguimento di No Panic. I miei romanzi non sono mai squisitamente letterari, ma sono una commistione di varie discipline, generi e tecniche. A me piace molto giocare, ad esempio, sui punti di vista. Nel primo romanzo (Voglio un mondo rosa shokking) raccontavo, grazie anche all’aiuto della coautrice Virginia Fiume, di due sorelle, Camilla e Sofia; nel secondo (Un amore rosa shokking) ci sono tre narratori di età diverse, tra cui anche un uomo; in No Panic la narratrice è Bianca, ma nella seconda parte la narrazione avviene attraverso alcuni video. Questo aspetto rimarrà, per me la forma è sempre un mezzo per esprimere il contenuto, la lingua non deve essere una barriera, un ostacolo, ma qualcosa che ci trasporta nella storia. L’esercizio di stile non mi interessa, mi importa trasmettere dei contenuti.
Ti occupi di diverse cose, fondamentalmente della scrittura, ma qual è il fil rouge tra le tue varie esperienze lavorative? Possiamo parlare di un filo rosa shokking? È la femminilità l’elemento comune, il punto di vista femminile?
Sì è il rosa shokking, che non vuol dire solo il punto di vista femminile, ma è in generale legato allo “shock” nella vita: scelte coraggiose e forti, scioccanti. Scelte che possono portare a degli errori, ma in fondo gli errori e le delusioni spesso non sono che occasioni di crescita, opportunità positive. La scelta coraggiosa per me è quella di essere da sola: non so cosa mi capiterà domani, non so se avrò i soldi per pagare l’affitto e per la prima volta nella mia vita sono single. Ma sto costruendo una realtà con le mie mani, con le mie forze e non sono mai stata così felice.
Sei una donna eclettica, un’artista a 360°. Raccontaci quali sono gli altri progetti su cui ti stai cimentando.
Ho inventato un concorso, International migration art festival, il cui titolo della prima edizione sarà Art & Food, un concorso che lega diverse forme d’arte al cibo e alla multiculturalità. Ho appena partecipato alla registrazione di una puntata zero per la Rai, una trasmissione sul benessere in cui mi occuperò di temi legati alla sessualità. E a maggio riparte Qualitalia DOP, il programma sull’enogastronomia da me ideato e che andrà in onda su Rai2 (l’anno scorso era in palinsesto il sabato mattina).
A inizio aprile partirà una versione rinnovata della rivista on-line Mondo Rosa Shokking (MRS) che da mensile diventerà quotidiano. Le protagoniste saranno donne normali: l’intento è quello di portare la donna normale sotto i riflettori, all’attenzione dei media. Alle donne e agli uomini che ci circondano hanno stufato i modelli che ci propinano di donna perfetta, di successo. In realtà la donna di successo è quella normale, comune, che concilia famiglia e vita privata. Non tutte devono essere veline, leggere come un foglio di carta trasparente e senza voce.
E poi il film del mio romanzo, Voglio un mondo rosa shokking. E anche No Panic potrebbe diventare un film. Il romanzo è sbarcato in America: è in mano a un produttore italo-americano, è stato tradotto e sta circolando tra vari produttori hollywoodiani. E solo a sentire certi nomi di attori o produttori famosi mi tremano le gambe… appena un anno fa non ci avrei mai pensato.
Per chi volesse seguire le molteplici “imprese” di Rossella, consultate i siti www.mondorosashokking.com e www.rossellacanevari.com.