Epifania tutte le feste si porta via. E in tv anche le repliche. Così con l’inizio dell’anno i piccoli schermi si riempiono di nuovo di serie tv, con attesi ritorni e novità in anteprima. Tra queste la più attesa è senza dubbio Boardwalk Empire (da venerdì 14 alle 21 su Sky Cinema 1), serie di produzione HBO, la rete via cavo che ha regalato perle come I Soprano, Sex and the City e Band of Brothers, che vede alla produzione e alla regia del primo episodio nientemeno che il maestro Martin Scorsese: un viaggio, sicuramente nelle corde dell’autore, nel cuore criminale dell’Atlantic City degli anni ’20, tra proibizionismo e politici corrotti. Budget altissimo, produzione sontuosa, cura dei dettagli e un cast eccellente in cui spiccano Steve Buscemi (Il grande Lebowski) e Michael Pitt (Dawson’s Creek, Last Days). In poche parole, da non perdere.
Ma i palinsesti si riempiono anche di prodotti più medi, per un pubblico meno esigente, che garantiscono intrattenimento e ascolti: per esempio Dottor House, che riparte sempre venerdì 14 su Italia 1 (in assortimento con i nuovi episodi di Grey’s Anatomy e Nip/Tuck), con la settima stagione, nella quale la sfida più difficile per il medico col bastone sarà affrontare il cambio di voce dopo la morte del doppiatore Sergio Di Stefano. A sostituirlo ci sarà Luca Biagini (già voce di John Malkovich e Denzel Washington).
Sempre su Italia 1, giovedì 13, vedremo il ritorno di Mac Taylor e dei suoi scienziati poliziotti nella sesta stagione di CSI New York, mentre per gli amanti del musical esordirà in chiaro – dopo il passaggio su satellite – Glee, una delle serie più amate del momento, vincitrice di 4 Emmy Awards e in attesa del Golden Globe, che racconta del gruppo di canto corale in una scuola un po’ ottusa della provincia americana. Divertimento pop e canzoni trascinanti: i teenager che se lo sono perso non possono ripetere l’errore.
Ma il clou per tutti gli amanti viene sicuramente dai canali satellitari, che dopo gli esperimenti di serie in contemporanea mondiale (senza grandi esiti, visti i risultati di The Listener e Mental) o in lingua originale con sottotitoli (al contrario un gran successo, come dimostra Lost), presenta una serie in anteprima mondiale, Body of Proof, che esordirà il 25 gennaio su FoxLife due mesi prima della trasmissione americana. Forse la scelta del network Usa potrebbe essere un segnale di scarsa qualità ma il plot è solido (dopo un incidente, un neurochirurgo perde la funzionalità di una mano e si dà alle autopsie) e la protagonista è Dana Delaney, già casalinga disperata, quindi una garanzia.
Per gli abbonati alla piattaforma Sky le novità non sono finite: da Spartacus, peplum digitale prodotto da Sam Raimi per gli amanti di 300 e del neo-imperialismo romano, a Call Me Fitz, commedia nera che vede il ritorno da protagonista di Jason Priestley (il Brandon Walsh di Beverly Hills) nei panni di un losco venditore d’auto; da Justified, thriller d’ambientazione western ispirato ai racconti di Elmore Leonard, a Misfits, geniale rilettura british della mitologia dei supereroi.
Più fiacca la programmazione del digitale terrestre, almeno per questo inizio d’anno, a esclusione di Undercovers, sfortunato action spionistico firmato da J.J.Abrams (Lost, Fringe) cancellato in USA dopo mezza stagione, e Sherlock, energica miniserie britannica che rilegge il mito dell’investigatore più famoso del mondo (gli inglesi regalano i prodotti migliori, come conferma anche Luther su FoxCrime).
Ce n’è per tutti i gusti, ma se volete uno spassionato consiglio non perdetevi la quinta e ultima stagione di The Wire su FX: la riprova che la buona televisione, anche se di finzione, ha la passione e lo spessore del miglior giornalismo d’inchiesta. Buona visione.