La conferenza stampa di John Landis , con cui il regista ha presentato il suo ultimo lavoro Ladri di cadaveri in Italia, si apre con una domanda: Come si sente a presentare una commedia inglese nel Paese in cui è nata la commedia allitaliana?. La risposta, per chi è abituato al suo stile dissacrante, appare piuttosto scontata: quando si tratta di commedie, non fa molta differenza specificarne la provenienza. In fondo lo scopo è quello di divertire. E Landis è stato il primo a divertirsi durante le riprese.
Latmosfera del film, ambientato in una gelida Edimburgo del 1828, appare riuscitissima soprattutto grazie alla resa delle luci e della fotografia. Per questo, il regista ci rivela di essersi avvalso dellesperienza di un maestro della fotografia come John Mathieson, che ha collaborato a tutte le pellicole di Ridley Scott. A questo aspetto del film Landis teneva moltissimo, dal momento che gran parte delle riprese si sono svolte nella quasi totale oscurità.
Quanto alle tecniche con cui sono stati costruiti i personaggi (ndr: la storia si basa su fatti realmente accaduti) e realizzati i costumi, Landis ci racconta di aver affrontato numerose ricerche per far rivivere in modo credibile sullo schermo lepoca in cui è ambienta la storia.
Si dice soddisfatto delle scelta del cast, che non avrebbe potuto rappresentare meglio l’idea del film che aveva in mente. Quanto ai diversi camei presenti nel corso delle scene, il regista ammette di avere un debole per questo genere di cose “non è la prima volta che affido ruoli marginali a registi, musicisti, compositori. Mi diverte, non ci sono altre ragioni!”
Alla domanda “crede di aver fatto un buon film?”, cita le parole di John Houston, il quale sosteneva che “l’unico modo in cui si può giudicare la bellezza di un film, è il passare del tempo” e conclude: “d’altronde anche io, da quando ho compiuto 60 anni, vengo osannato come uno dei più grandi registi al mondo! Questo dimostra che l’unico vero test è il tempo.”