Oltre a fare un viaggio nella tv che (forse) vedremo, negli episodi inediti e nelle curiosità dal mondo, il Roma Fiction Fest serve a dare alle emittenti italiane la possibilità di presentare i loro palinsesti. Un assaggio labbiamo avuto in queste prime giornate in cui, oltre alle major americane, Rai e Mediaset sono sfilate sul pink carpet per proporre i loro prodotti.
Curiosamente il network privato si è concentrato sul prodotto dimportazione: da Canale 5 arriva Dallas, sequel della serie tv che rivoluzionò i confini tra drama e soap-opera e che fece la fortuna dellallora nascente tv privata italiana. Dallas sembra dal punto di visto produttivo un esperimento riuscito nel portare un tipo di racconto e personaggi, unatmosfera edonistica e rampante degli anni 80, in moduli narrativi e visivi più vicini alloggi, anche se proprio da lì nacquero. Ovviamente tutto intorno girano intrecci sentimentali, donne sposate ma che in realtà hanno altri fini, donne che si vorrebbero sposare ma pensano ad altri, email mandate per far lasciare il rivale con la donna che si ama. Segreti, bugie e intrighi: sono il vero motore di una serie allo stesso tempo madre e figlia di successi come Desperate Housewives – di cui non ha lo stile – o Gossip Girl – di cui pare la versione matura. Pura narrativa popolare in tv, forse troppo ingenua nel suo affidarsi completamente a meccanismi di racconto che ricordano troppo il romanzo dappendice (la sedicente affarista Marta Del Sol fa il triplo gioco e narcotizza, con lanello nel drink, John Ross).
Rete 4 invece propone Downton Abbey, miniserie del network inglese ITV, un perfetto esempio di come la classicità non passa di moda se fatta ad arte: e la sapienza di Julian Fellowes, sceneggiatore di grandi film come Gosford Park di Altman, non passa inosservata. La serie, giunta in patria alla terza stagione, racconta della famiglia Crawley e della sua servitù durante gli anni che attraversano la Seconda guerra mondiale, tra amori, dolori, sorprese e la Storia che pretende il suo spazio. Un passo da romanzo, da saga familiare e da sceneggiato vecchio stile reso vivo e attuale dalla forza della scrittura, dalla precisione maniacale della regia e della messinscena e da un cast di attori impressionante, col meglio della recitazione tv (e non solo) britannica, tra cui spicca Maggie Smith, la professoressa McGranitt di Harry Potter. Una serie di grande respiro e intelligenza che farà la felicità di chi cerca un prodotto più pensato e riflessivo.
La Rai invece produce e molto, al festival sono sfilati, senza però mostrare più che footage o clip inedite, Barabba e Il grande Mimmo: la prima, diretta da Roger Young e in programmazione sulla rete ammiraglia dell’emittente di Stato a Pasqua 2013, è prodotta dalla Leone Cinematografica ed è tratta dal romanzo del premio Nobel, Par Lagerkvist, dando a Billy Zane il ruolo principale nei panni del ladro la cui vita fu risparmiata da Ponzio Pilato (Filippo Nigro) in favore della crocifissione di Gesù. Un assassino che trova Dio nell’ultimo istante della sua vita, un uomo che cerca disperatamente le prove dell’esistenza di Dio e che si abbandona alla fede. Nel cast italiano anche Cristiana Capotondi, ovvero Ester, la donna amata da Barabba e Anna Valle che interpreta Claudia, la moglie in crisi di Ponzio Pilato.
La seconda vede nei panni dell’indimenticabile Domenico Modugno Beppe Fiorello, che ha svelato di essere stato titubante nell’accettare il ruolo del musicista pugliese. Infatti, l’interprete ha in più occasioni raccontato di essere cresciuto con il mito di Modugno e vestire i suoi panni, evidentemente, non è stato facile. Nel cast della fiction girata a Roma e in Puglia (a Polignano a Mare, cittadina che ha dato i natali a Domenico Modugno), scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia e diretta da Riccardo Milani, è presente, proprio nei panni della moglie Franca Modugno, Kasia Smutniak. Per la cronaca il trailer de Il grande Mimmo, proiettato in occasione dell’incontro al festival romano, ha colpito i presenti non soltanto per la somiglianza fisica tra l’attore e il cantante di “Volare”, ma anche per la somiglianza vocale. La messa in onda ancora non si conosce, ma di certo la fiction si vedrà in tv questa stagione.
Evidente, però, al di là di gusti e prospettive, come i due pianeti della fiction italiana e internazionale paiano sempre più lontani e che solo, in minima parte, il web possa trovare una strada per farli collidere. Che sia davvero arrivato il tempo della rivoluzione del piccolo schermo?