Speciale Tg1, il confronto tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi (video Rai). 28 novembre 2012 – E andato in scena ieri sera latteso confronto televisivo tra i due maggiori candidati del centrosinistra che domenica prossima saranno impegnati nel decisivo ballottaggio di queste primarie. Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze, entra nello studio del Tg1 per affrontare il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani vestito con la consueta camicia bianca e una lunga cravatta, ma senza giacca. Il dibattito comincia con la prima domanda posta dal moderatore, la giornalista Monica Maggioni, riguardo le possibile soluzioni allattuale crisi che ha portato a un vero e proprio crollo dei consumi in Italia. Il giovane rottamatore fiorentino propone di attingere a circa 21 miliardi di euro per mettere nelle buste paga dei dipendenti pubblici e privati che guadagnano meno di 2 mila euro netti al mese, 100 euro in più per ogni mensilità. Spiega inoltre la necessità di andare a rivedere le aliquote con cui vengono tassate le varie classi sociali. La seconda domanda della serata riguarda invece la possibilità di poter prevedere labbassamento del livello di tassazione, giunto ormai a soglie davvero insostenibili. Da questo punto di vista Renzi crede che vi sia anche una certa responsabilità del centrosinistra, ma si dice convinto che occorre assolutamente intervenire il prima possibile sullevasione fiscale, quantificata intorno ai 160 miliardi di euro lanno. Inoltre, occorre che le agenzie che si occupano della riscossione e dellaspetto fiscale nei confronti dei cittadini si mostrano più comprensive: è arrivato il momento di smettere, spiega Renzi, di essere forti e inflessibili con i più deboli. La terza domanda riguarda poi le intenzioni dei candidati nei confronti dellEuropa, con Renzi che ribadisce come andrebbe a Bruxelles per chiedere finalmente di arrivare al sogno degli Stati Uniti dEuropa con una Banca Centrale Europea con maggiori poteri alla stregua, sul modello della Federal Reserve americana, e di proporre una più efficace politica internazionale senza fare finta di non vedere ciò che sta accadendo nel resto del mondo, per esempio in Medio Oriente. La domanda successiva è incentrata invece sul Meridione e su eventuali proposte per migliorare lattuale situazione: Renzi crede il problema sia piuttosto generalizzato, non solo al Sud, e crede che sia necessario cercare di uscire dalla logica delle raccomandazioni, gestendo al meglio i fondi stanziati dallo Stato e dallEuropa e che non risultano essere utilizzati se non per il 50-55%. La prossima domanda riguarda invece le attuali difficoltà dellindustria italiana, con chiari riferimenti alle situazioni dellIlva di Taranto, dellAlcoa, della Sulcis, della Fiat e così via. Per Renzi la questione è molto semplice: per troppi anni, spiega, si è rinviato il problema concedendo nel frattempo a numerosi imprenditori di fare i propri comodi, giungendo quindi ai risultati che adesso sono sotto gli occhi di tutti. Poi, rivolgendosi anche a Bersani, Renzi sottolinea che in questo nessuna forza politica sembra aver preso a cuore una eventuale adeguata soluzione, compreso il centrosinistra. Con la domanda successiva viene chiesto se i candidati pensano di apportare ulteriori modifiche alla riforma pensionistica del ministro Fornero: Renzi si mostra piuttosto schietto, evidenziando come sia impossibile modificarla anche per serietà e onestà nei confronti delle prossime generazioni. Sulla domanda riguardante poi la qualità del sistema formativo scolastico e sulla ricerca, il sindaco di Firenze spiega di voler restituire dignità sociale agli insegnanti magari reintroducendo un sistema meritocratico. Infine riguardo eventuali alleanze future: Non dovremmo fare l’accordo con Casini: Vendola dice che vuole sentire profumo di sinistra, questo è profumo di inciucio, spiega Matteo Renzi, replicando a Pierluigi Bersani sullargomento. Secondo Renzi, infatti, l’obiettivo dovrebbe essere quello di catturare i voti dei delusi del centrodestra e non di mandare Casini in franchising a prenderci i voti dei moderati.