Come stabilito dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, il canone di abbonamento annuale alla Rai per il 2013 aumenta di 1,50 euro. Tutte le novità, metodi di pagamento ed eventuali esenzioni sono stati pubblicati sul sito internet www.canone.rai.it: per lanno successivo limporto raggiunge dunque quota 113,50 euro e lammontare andrà versato entro il 31 gennaio 2013. Per avere diritto all’esenzione, fanno sapere da viale Mazzini, occorre aver compiuto 75 anni di età entro il termine di pagamento del canone; non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio; possedere un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilità (euro 6.713,98 annui). La Rai informa anche tutti i possessori di un televisore che cosa potrà accadere in caso di ritardo o mancato pagamento: in caso di ritardo inferiore ai trenta giorni, è dovuta una sanzione amministrativa pari a 1/12 dell’importo del canone per ogni semestre pari a 4,41 euro. In caso di ritardo superiore a trenta giorni la sanzione ammonta a 1/6 del canone per ogni semestre pari a 8,82 euro, mentre qualora il ritardo superi i sei mesi, sono in aggiunta dovuti gli interessi di mora, attualmente determinati nella misura dell’1% per ogni semestre compiuto. Se l’utente non rinnova nei termini stabiliti, il S.A.T. provvederà al recupero bonario: successivamente, il recupero coattivo (Cartella esattoriale) sarà eseguito dal Concessionario della Riscossione, con sanzioni che in caso di evasione possono arrivare sino a quasi 620 euro. Intanto è da poco cominciata sui canali tv e radio di Viale Mazzini la campagna intitolata la La tv oggetto, con cui la Rai intende ricordare a tutti gli utenti che il canone, in quanto semplice tassa di possesso sullapparecchio televisivo, deve essere pagato a prescindere dalluso che si fa dello stesso dispositivo. Attualmente sembra che circa il 30% delle famiglie italiane si rifiuti di pagare limposta. Dura la reazione di Vincenzo Donvito, presidente Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori): “E’ sintomatico che nel 2013 si debba ancora pagare l’imposta per il possesso di un apparecchio televisivo. Sintomatico di un sistema economico, fiscale e amministrativo basato su arroganza, falsità e corporazioni. Lo specchio di questo è lo spot pubblicitario che inonda i canali Rai in queste settimane: oltre ad essere stupido è anche un insulto all’intelligenza media di un qualsivoglia contribuente”.
“Pur se usi la scatola del televisore per farci la casa delle bambole, o l’acquario o il barbecue, devi comunque pagare la tua imposta – si legge nella nota diffusa di recente -. Un’imposta sul contenitore, in sostanza. Non è forse alterato nel pensiero e nel comportamento chi ha l’arroganza di pagare alcuni artisti che hanno realizzato questo spot e di occupare spazi pubblicitari tv che altrimenti costerebbero milioni (e tutto coi nostri soldi)?”. E ancora: “Dando per scontato che un servizio pubblico radiotelevisivo ci debba essere (e per me è tutt’altro che scontato, ma di questo ora non ne parliamo), così come ci debba essere l’Istat o il Cnr, forse per questi due ultimi istituti ci viene chiesta un’imposta con lo stesso metodo della Rai? No! Esiste tutto un sistema contributivo che va dal particolare al generale e che poi torna al particolare, da cui lo Stato attinge e poi distribuisce per le varie iniziative. Per la Rai, no! Non è così! Occorre che ci debba essere il sostituto d’imposta a cui è delegata la raccolta, come le tanto amate società di recupero crediti da cui, non a caso, la Rai ha appreso metodo e sistema”.