Entra. Essere fisicamente come lui, a 75 anni. Almeno non si tinge i capelli. E poi quando canta torna il brivido di Deus, de-de-eeus. Malandrino, scanzonato, irriverente. Peccato che lattesa sia tutta per le parole, perché quando canta. Chiudi gli occhi e pensi che ora entra Mina e si fanno insieme una sonora risata. Un bicchier dacqua, questa è vecchia. Ecco, comincia la vendetta del profeta. Tanto lha chiamato Mazzi, che ha detto che non tornerà , e può picchiare duro.
E uno: i vescovi, accomunati a Travaglio nella colpevole miopia. Per fortuna oltre a don Gallo ha trovato un altro prete buono, tale don Mario, un ospite della Venier, nuova scout cattolica. Poi lio diviene un voi: perchè il profeta, non amato in patria, parla per i fedeli, e chi lo ostacola impedisce la diffusione della Parola, a nostro svantaggio. Mette labito buono e parla del paradiso, cha la fissa, e pensare che un saggio come Andreotti diceva più tardi possibile.
Continui pure ad averla, ma in interiore cordis, che per le predicazioni coram populo basterebbero il Papa e i preti, ammesso che qualcuno buono ci sia. Testardo, stoccata numero due: ancora Avvenire e Famiglia Cristiana, che così impara a spalancargli ecumenicamente le sue pagine per dialogare. Mormorio e poi bagarre in sala. Succede con Berlusconi e Vendola, perché a lui no? Predicatore, politicante, e direttore di giornale, che sa la linea giusta da dare alle testate. Questa volta non chiede di chiuderle, solo di cambiare nome, si vergognino.
Altro che lannunciata retromarcia. Tutta fuffa, ma questa volta la direzione Rai rischia grosso. Oppure si sanno tutti in uscita, e quindi muoia Sansone con tutti i filistei. Mi domando perché con 15 e più milioni di italiani lo sto ascoltando. Tutta questa importanza, manco Napolitano o Prandelli, non è giusto. Canta Jovanotti ed entra Morandi con la faccia tirata. Ma è una finta, sembra contrito e invece quasi intona Bandiera Rossa. Ma no, si contengono, scenetta comica. Qualcuno grida: E un pezzo dItalia. Dipende che pezzo, speriamo che il resto sia migliore. In fondo sono solo due anziani su un palcoscenico. E da oggi si giocherà a fare le vittime.
Morandi ringrazia sincero e nostalgico, con luscita lenta di Celentano scende le scale anche lui. Il punto è chi li ha chiamati ad apparecchiare questa tavola dellovvio, questo mercato a buon prezzo di ammonimenti moralisti. Al confronto Belèn è una verginella. Gli anziani inaciditi e convinti di possedere la verità mettono tristezza. Si sapeva tutto, le omelie, la farfallina, il collarino, tutto finto, tutto preparato, altro che il Grande Fratello.
Gli spot alle trasmissioni Rai, da Montalbano ad Affari tuoi, una vergogna che meriterebbe la sollevazione popolare contro il canone. Tutto meticolosamente sceneggiato. Allora basta prendersela con Adriano, che almeno recita se stesso, e sa stare sulla scena.
Lascino la scena quelli che hanno deciso o coperto la messinscena di questo Festival, che non si cura della musica, che apre con limonate sfacciate di coppie di ballerini (si conoscevano, almeno?) sulle note di All you need is love, con tanto di bandiere arcobaleno (si dice limonate? No, ci vorrebbe un termine meno innocente e adolescenziale). Questo era indecente. Con le rigide nudità esposte della modella dell’est. E poi fanno cantare il vincitore giovane quindicenne prima della mezzanotte, per restare in fascia protetta!
Ma questo è servizio pubblico? Come hanno la faccia? La risposta sorge spontanea. Ma con stile, conteniamoci e facciamo come Geppy Cucciari, niente parolacce. Lei sì, polposa simpatia mediterranea, libera la sua verve e finalmente a Morandi si vedono le rughe. Questo Festival ha perso parecchi soldi. Da domani, si faranno i conti, e non solo in cassa. Se Celentano provoca un soprassalto di dignità e un cambio radicale di rotta, viva Celentano.