Va in onda questa sera la seconda e ultima puntata della fiction “Maria di Nazaret”, miniserie sulla vita della madre di Gesù diretta dal regista Giacomo Campiotti (clicca qui per leggere la sua intervista). Una storia intima e delicata perché inquadra Maria da un’angolazione diversa. Quella di una mamma, ma soprattutto di una donna e un’amica. Amica di Dio, quindi di ogni donna e ogni uomo, ma anche di Maddalena. Nella libera interpretazione offerta dalla sceneggiatura, le due diversissime figure del Vangelo si incontrano in gioventù e diventano amiche, intrecciando le loro vite: la madre di Gesù che rappresenta il candore in gioventù e l’estremo sacrificio in età avanzata contrapposta alla figura della peccatrice che merita la lapidazione. “Il desiderio era quello di offrire allo spettatore un’esperienza il più possibile “autentica”- ha spiegato lo sceneggiatore, Francesco Arlanch. “Il personaggio di Maddalena – alla quale il Vangelo dedica meno di un versetto – ha permesso di risolvere il problema. Mentre nella vicenda di Maria ci si è attenuti il più fedelmente possibile ai passi evangelici, in quella – parallela – riguardante Maddalena c’è stato lo spazio per una maggiore libertà romanzesca”. Nella fiction targata Rai, Maddalena è interpretata dall’affascinante Paz Vega, mentre il volto di Maria ha il sorriso semplice e gli intensi occhi verdi della giovane attrice tedesca Alissa Jung. L’abbiamo raggiunta al telefono, in esclusiva per Il Sussidiario.net. Gentilissima, Alissa ha risposto alle nostre domande.
La scelta su di te è legata a una storia particolare: il regista Giacomo Campiotti ci ha raccontato di aver visto un provino che tu hai registrato da sola…
Stavo partendo per una missione umanitaria ad Haiti e il mio agente mi ha detto: “Devi sbrigarti. Devi fare un provino”. Ma per me era impossibile, dovevo partire per Port-Au-Prince. Ho quinid registrato velocemente un breve filmato con l’aiuto di una webcam, proprio due ore prima che partisse l’aereo. A Giacomo è piaciuto e quando mi ha chiamata ha avuto parole gentilissime per me.
Cosa hai pensato quando ti hanno comunicato di essere stata presa per il ruolo di Maria? Hai sentito una responsabilità maggiore rispetto ad altri ruoli che avevi rivestito in passato?
Mi sono emozionata molto. Ho avuto un grande senso di rispetto nell’interpretare questo ruolo. Maria è una figura importantissima per molte persone nel mondo e ho sentito il peso di una grande responsabilità. Lavorando sul personaggio, però, ho pensato che non dovevo sentirmi sotto pressione perché Maria era innanzitutto una donna, e prima ancora una ragazza.
Tu sei credente?
A chi mi chiede questo rispondo che non devo ammazzare nessuno per interpretare un’assassina. Detto questo, sì, credo in Dio, ma penso che sia una questione intima, privata.
Come ti sei preparata per questo ruolo? Hai fatto un percorso particolare?
Conosco la storia di Maria perché sono cresciuta in una comunità cristiana. Per preparami ho letto il libro della mistica Katharina Emmerick e ho visto molti film. Ma soprattutto ho pensato molto a lei: come poteva essere. Ho cercato dentro di me – fase molto importante per un’attrice la ricerca del personaggio interiore – qualcosa che potesse somigliarle o almeno ricordarla. Per la prima parte, che racconta la gioventù di Maria, sono tornata indietro a quando ero più giovane e avevo sedici anni e per la seconda parte, quando Maria è nella vecchiaia, ho preso ispirazione dalla mia nonna, una donna che ho amato molto ed è stata d’esempio per me.
Sei una giovane mamma di due bimbi. Cosa significa per te interpretare la “Mamma di tutte le mamme”. È cambiato qualcosa nel rapporto con i tuoi figli dopo aver interpretato questo ruolo?
Nella seconda puntata Maria si separa da Gesù e deve lasciarlo andare per il mondo per diffondere agli altri la parola di Dio: ecco, da madre, penso che anch’io un giorno dovrò affrontare quella separazione. Ora i miei figli sono ancora piccoli, ma non posso pretendere di tenerli tutti per me per sempre… anche se questo mi fa un po’ soffrire.
Come è stato interpretare la straziante scena della Passione?
È stato veramente duro da un punto di vista psicologico ma anche fisico. È stato impressionante vedere un uomo, dal vivo, sulla croce. Abbiamo girato per tre giorni sul Golgotha: c’era il sole che picchiava e un forte vento. È stata una prova dura, ma è stata una bella esperienza perché è stato ricostruito tutto in modo che fosse reale e toccante.
Hai qualche ricordo o episodio particolare legato alla lavorazione della fiction?
Sono stata sul set con la troupe per due mesi. È stata un’esperienza fantastica: era tutto così internazionale. Abbiamo parlato in sei lingue diverse, eppure ci capivamo benissimo. C’erano animali, bambini, che ogni tanto piangevano, e centinaia di comparse. Insomma, un “casino”, ma un bellissimo “casino”. Ho conosciuto persone meravigliose ci siamo aiutati molto fra noi del cast. È stato un ottimo periodo.
(Federica Ghizzardi)