Nel 2011, con il folgorante primo capitolo dedicato al personaggio di Machete, Robert Rodriguez aveva fatto felici non solo i fan suoi e di Tarantino, ma gli amanti del cinema cult in generale. Lattesissimo sequel Machete Kills mette da subito in chiaro che le aspettative non saranno deluse, aprendo con uno spettacolare e a dir poco esilarante finto trailer in pieno stile Rodriguez (Machete fece il suo esordio proprio in un trailer allinterno di Planet Terror).
Questa volta lex agente federale, sempre col volto vissuto e lespressione granitica di Danny Trejo, viene assoldato dalla Casa Bianca per fermare il terrorista psicopatico Mendez (un Demian Bichir irresistibilmente folle), che ha un missile puntato contro Washington collegato al suo stesso cuore. Durante il rocambolesco viaggio dal Messico al confine degli Stati Uniti, in cui il sangue si sprecherà, Machete scopre che cè qualcosa di più grande dietro Mendez e dovrà anche compiere la sua vendetta personale.
Il pupillo di Quentin Tarantino è riuscito come quasi nessun altro a reinventare i concetti di trash e splatter, tirando fuori un gioiellino per cinefili in cui riesce in un colpo solo a citare se stesso e il suo maestro, omaggiare i B movies anni 70, divertire il pubblico dallinizio alla fine e dare una lezione a un certo cinema dazione stantio e senza trovate che si prende tremendamente sul serio con risultati ai limiti del ridicolo.
Questo Machete si prende ancora meno sul serio del primo e sembra avere come missione programmatica quella di far divertire il più possibile i suoi spettatori, tanto che alcuni passaggi di sceneggiatura sembrano quasi ricercare eccessivamente la risata facile, ma poi lamore per il cinema e il divertimento genuino da parte del regista che trasudano in ogni fotogramma fanno dimenticare anche questa sensazione.
L’insieme funziona incredibilmente bene, le idee non mancano, la regia non lascia niente al caso e la pioggia di cammeo di lusso più o meno brevi regala un bel dinamismo. Il tutto non rimane uno sterile esercizio di stile, perché passa attraverso personaggi ben delineati, primo fra tutti un protagonista ormai memorabile nonchè straordinario caso di simbiosi tra attore e personaggio, che parla poco, ma riesce a trasformare ogni battuta in una frase cult.
Anche i comprimari sono efficaci e tra tutti citiamo un Mel Gibson finalmente in grande forma, ma anche un simpatico Banderas. Preponderante anche in questo capitolo la componente femminile, un vero e proprio esercito che vanta oltre alle veterane Michelle Rodriguez e Jessica Alba, anche Sofia Vergara, Amber Heard, Lady Gaga, Vanessa Hudgens e Alexa Vega.
Resta da chiedersi come mai un mix talmente gustoso e appetibile per un pubblico tutt’altro che di nicchia, riscuota poca considerazione al botteghino.