In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorre oggi 20 novembre, Rai Uno propone la visione del film Il bambino cattivo, film diretto da Pupi Avati. La pellicola è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto a Cittadella, dal quale Pupi Avati ha ricavato la sceneggiatura insieme al fratello Tommaso e Claudio Piersanti. Ritengo Il bambino cattivo un film necessario che fissa in modo impietoso il bersaglio che ha davanti. Un film che non ha incertezze nel denunciare, come sempre più di frequente, che la vittima più esposta nella disgregazione delle unioni matrimoniali sia proprio lui, quel figlio che non certo per sua responsabilità è condannato ad assistere da spettatore totalmente passivizzato allo sballottamento affettivo/istituzionale, al quale sarà sottoposto nellautoassolversi dallintero contesto che nel relativismo morale in cui viviamo si pone la sua felicità, la sua salute mentale, come ultimo dei problemi”, ha detto Pupi Avati nelle note di regia.
La trama del film vede protagonista Brando (Leonardo Della Bianca), un bambino di 11 anni con due genitori, professori universitari, troppo presi da se stessi per occuparsi di lui. La madre Flora (interpretata da Donatella Finocchiaro) soffre di crisi depressive e il padre Michele (Luigi Lo Cascio) è perennemente alla ricerca di giovani ragazze. Lui, si trova ben presto a essere additato da entrambi come cattivo, in quanto non vuole parteggiare per nessuno dei due, nella guerra di rimostranze cui danno luogo ogni giorno. La situazione precipita quando Michele stringe una relazione con Lilletta, e Flora, dopo aver scoperto il tradimento, tenta il suicidio, dal quale non si riprenderà più.
Abbandonato dai genitori, e coi nonni materni occupati esclusivamente nelle invettive contro il genero, Brando ha una sola persona che gli vuole realmente bene, la nonna paterna (Erica Blanc). Si arriva alla separazione dei genitori e per Brando alla dichiarazione dabbandono con il conseguente trasferimento in una Casa Famiglia, in quanto la madre ha tentato il suicidio e il padre irretito da una nuova compagna non vuole saperne di lui.
L’arrivo nella Casa Famiglia è scioccante e l’unica difesa che trova è rifugiarsi negli amati eroi del calcio e del wrestling. Una notte fugge per andare in clinica dalla madre e una volta arrivato è lei a mandarlo via perché lo considera complice del padre. Brando capisce che sua madre non guarirà più e suo padre si è praticamente dimenticato di lui. Brando ha perso la sua famiglia d’origine, ma nel corso degli anni ne troverà un’altra e proverà a essere di nuovo un bambino felice.