Come ogni lunedì, è andato in onda un nuovo appuntamento con Report, programma di approfondimento giornalistico e di inchieste condotto da Milena Gabanelli. Nella puntata trasmessa ieri, alle 21:05 su RaiTre, il programma si è occupato, nell’anteprima, del caso del Crescent di Salerno, unopera molto controversa, costruita a due passi dal mare. Si tratte di una costruzione abusiva, per la quale sono state rinviate a giudizio diverse persone, tra cui anche il sindaco della città, Vincenzo De Luca. Dopo questa breve inchieste, si passa appunto all’argomento del giorno: il caso di Alma Shalabayeva, la donna espulsa dallItalo il 29 maggio scorso. La versione ufficiale date dalle autorità era che la donna (moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov) era in possesso di un passaporto contraffatto; fatto, questultimo, che si è rivelato falso: il Tribunale di Roma ha infatti confermato che il passaporto in questione era autentico. Il 12 luglio il governo italiano ha dunque annullato il provvedimento di espulsione, ma la donna non è ancora tornata. Report cerca di scavare a fondo nella vicenda, senza fermarsi alle versioni ufficiali date dell’accaduto. L’ambasciatore kazako a Roma avrebbe parlato con il prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto di Angelino Alfano (con il Ministro dellInterno che ha sempre detto di essere stato alloscuro di tutto). Nella questione sarebbero stati coinvolti anche i prefetti Valeri e Cirillo. Inoltre, poche settimane fa, la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati tre diplomatici del Kazakistan per sequestro di persona aggravato. La domanda sorge spontanea: com’è possibile che una vicenda del genere possa accadere in uno stato di diritto come il nostro? E comè possibile che il ministro dell’Interno che avrebbe dovuto senza dubbio essere informato di unazione del genere possa affermare di essere stato tenuto all’oscuro di tutto? Si passa poi ad unulteriore ricostruzione della vicenda; parlano anche la stessa Shalabayeva e il suo legale. I cinquanta uomini della questura si presentano nell’abitazione della donna pensando di trovare il marito dissidente. Lui, però, non c’è. La donna parla poi di come è stata trattata dal momento del suo sequestro (costretta in cella nell’impossibilità di parlare con il suo avvocato o con chiunque altro) fino a quando è stata portata nel suo paese di origine. La Shalabayeva viene deportata come clandestina (che non era, in quanto in possesso di un visto che le permetteva di risiedere in tutta l’area Schengen). Si parla poi del plausibile intervento dei servizi segreti italiani, che si dichiarano però estranei alla faccenda. Si pensa però che i servizi italiani potrebbero aver avvertito il marito di scappare per non farsi trovare nella retata. Ma perché questo dissidente kazako è così ricercato in tutta Europa? Perché, si pensa, possegga informazioni circa le tangenti e il tasso di corruzione relativo al regime kazako. Fatto che lo rende inviso sia al regime kazako che a quello russo, governato da un presidente (Putin) molto amico dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Report va dunque in Kazakistan a scoperta di una terra non certo conosciutissima per vedere lo standard di vita della popolazione, non certo di buon livello. Ma come è possibile in un paese così ricco di petrolio? I cittadini non ne traggono alcun beneficio. Il regime è forse corrotto? Sì è la risposta del team della Gabanelli. Entrano dunque nel discorso Eni e Unicredit, che sarebbero entrate nel caso causa una complessa storia di penali miliardarie da pagare (circa 10 miliardi per Eni) ripianate da Unicredit attraverso l’acquisto di una banca (ATF) valutata 2,2 miliardi e rivenduta, poco dopo, a 460 milioni. In questo affare si nasconderebbe una tangente data al regime per non pagare le penali (che, infatti, non vengono pagate). Insomma, una commistione di personalità di spicco della politica italiana e aziende interessate (Eni e Unicredit) ci lega a doppio filo con il regime kazako. Fatto, questo, che non può non aver avuto un ruolo nell’episodio del sequestro della donna e della figlia. Procaccini, il prefetto che ha pagato per tutti, ammette che Alfano, a discapito di quel che dice, ha sempre saputo tutto. Alfano, però, non si è mai dimesso, ed anzi se lè presa con i suoi sottoposti, che avrebbero commesso il fatto tenendolo ll’oscuro.
Al termine dell’inchiesta, che domina lappuntamento, va in onda un servizio (a firma di Giovanna Boursier) che cerca di chiarire lattuale situazione di Alitalia. Quali sono le prospettive della compagnia di bandiera? Stando a guardare gli studi più recenti, sembrerebbero non molte. Si parla di un ingresso di Poste Italiane nel capitale dell’azienda, con AirFrance che considera le quote di Alitalia pari a zero. Il problemaè che il governo, nonostante il probabile interessamento di risorse pubbliche (Poste Italiane), non ha un piano industriale attraverso cui tentare di rientrare dal debito.
Oltre al caso Shalabayeva, Report, nella puntata di oggi, lunedì 25 novembre 2013, torna a occuparsi di Alitalia. Le notizie riguardanti la compagnia aerea italiana sono infatti scomparse da giornali e tg, nonostante la situazione non sia certo più florida. Mentre Air France sembra aver deciso di non partecipare all’aumento di capitale, la compagnia si prepara a un piano di tagli a voli e personale e alla ricerca di un partner industriale. Ricordiamo che la puntata si può seguire anche in diretta streaming cliccando qui.
Circa quattro mesi fa, il Senato ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dellInterno Angelino Alfano per il caso Shalabayeva, presentata da Sel e Movimento 5 Stelle. La redazione di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli in onda questa sera su Rai Tre, ha ricostruito dettagliatamente la vicenda e tutti i retroscena: Alma Shalabayeva, moglie del banchiere e dissidente kazaco Mukhtar Ablyazov, è stata espulsa dall’Italia lo scorso 31 maggio insieme alla figlia Alua perché in possesso di un passaporto reputato falso. Nonostante ciò, si legge sul sito internet della trasmissione che ha curato linchiesta, “il 5 luglio scorso il Tribunale di Roma ha stabilito che quel passaporto era autentico e il 12 luglio il governo italiano ha deciso di annullare il decreto di espulsione”.
Secondo quanto ricostruito, sembra che l’ambasciatore del Kazakistan a Roma abbia parlato direttamente con il prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano, e nella vicenda sono stati coinvolti i prefetti Alessandro Valeri e Francesco Cirillo. Lunico a rimetterci è stato però proprio Procaccini, che dopo lesplosione del caso ha presentato le dimissioni, mentre il ministro Alfano ha sempre negato di essere mai stato informato dai suoi sottoposti. Inoltre nelle scorse settimane la Procura di Roma ha indagato tre diplomatici kazaki, tra cui l’ambasciatore Yelemessov, per sequestro di persona aggravato. La redazione di Report adesso si chiede: “Possibile che il ministro dell’Interno Alfano non sapesse nulla della vicenda? Cosa ha spinto il ministero dell’Interno a offrire una così solerte collaborazione all’ambasciata kazaka? I nostri servizi segreti hanno avuto parte nell’espulsione?. A queste domande si tenterà di rispondere nella puntata di stasera.