La puntata andata in onda ieri sera, lunedì 11 febbraio 2013, di “Piazzapulita” non poteva dedicare la copertina di apertura alla storica decisione di papa Benedetto XVI di rinunciare al pontificato dal prossimo 28 febbraio: il video introduttivo ha dunque raccolto le testimonianze e le reazioni di fedeli e persone comuni sorprese dalla notizia. Entrati poi nel vivo della trasmissione, il dibattito si è sviluppato intorno alle motivazioni che hanno spinto Benedetto XVI a prendere questa decisione: linviato ed editorialista de “LEspresso”, Marco Damilano, ha parlato della mancanza di forze e della stanchezza del Papa in questultimo periodo, evidenziando come la versione de “LOsservatore Romano” sia stata quella di una decisione presa già dalla primavera scorsa dopo i viaggi in Messico e a Cuba. Il giornalista ha proseguito affermando che la notizia rappresenta un evento sconvolgente anche per il mondo laico, al quale viene a mancare una forte leadership del potere occidentale moderno, simbolicamente espresso dal balcone vuoto di Piazza S. Pietro.
Dopo un breve estratto del film di Nanni Moretti del 2011, “Habemus Papam”, il fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto, Don Andrea Gallo, ha evidenziato come Ratzinger sia stato pienamente cosciente della sua decisione con la quale ha ammesso i propri limiti con grande coraggio e ammirazione. Lintervento è proseguito con una lettura “progressista” dellevento e con lazzardo della possibile convocazione di un Concilio Vaticano III in cui affrontare argomenti fondamentali come la collegialità del corpo ecclesiastico, la bioetica e il celibato attraverso un percorso graduale. Il fondatore dellagenzia di stampa Dagospia, Roberto DAgostino, si è soffermato invece sullultimo tweet del Papa nel quale spiccava la frase, “Siamo tutti peccatori” che faceva intuire problemi non legati alla salute e alletà avanzata del pontefice, ma agli scandali italiani e internazionali con i quali si è dovuto confrontare e che avrebbero in qualche modo influito. Un servizio che riassume gli otto anni di pontificato di Papa Ratzinger e gli scandali che sono scoppiati durante questo periodo, ha poi introdotto un video ripreso dalla trasmissione “Linfedele” di Gad Lerner in cui il giornalista Gianluigi Nuzzi, presente in studio, intervistò il “corvo” Paolo Gabriele, il maggiordomo che fece uscire documenti riservati dal Vaticano. Nuzzi sottolinea lazione del Papa fatta per il bene della Chiesa e lo descrive come un passo indietro solitario perché il pontefice ha ceduto ai poteri forti che ora daranno vita a grandi manovre di potere e strani intrighi, così come testimoniato dalla vicenda del Presidente dello Ior, Gotti Tedeschi.
Al ritorno della pubblicità, interviene in studio il Ministro della Cooperazione Internazionale e dellintegrazione e presidente della Comunità di S. Egidio, Andrea Riccardi, il quale ammette di essere rimasto sorpreso dalla decisione del Papa, ma di aver avuto una sensazione della rinuncia dopo aver letto un passo di un suo libro nel quale Benedetto XVI ammetteva la possibilità delle dimissioni dalla sua carica. Il Ministro ha poi proseguito commentando un servizio riguardante le reazioni dellArcivescovo di Milano, Angelo Scola, alla decisione interpretata come gesto di generosità e non come conseguenza degli scandali e delle inchieste giudiziarie che coinvolgono il mondo cattolico. La questione affrontata successivamente è stata quella di chi potesse prenderne il posto e, in questo frangente, sono state molto significative le parole pronunciate da Don Gallo il quale ha avanzato lipotesi di un Papa nero o sudamericano che possa segnare una svolta importante e riformatrice della Chiesa nel mondo. La parte della trasmissione si è conclusa con un rapido giro di considerazioni su come questo evento possa influenzare la campagna elettorale in atto e quali schieramenti politici possano adesso trovare vantaggi e benefici dalla notizia che ha sconvolto tutto il mondo cattolico.
La seconda parte del programma si è aperta con nuovi ospiti e con il servizio dell’inviata da Mantova che ha effettuato un resoconto dettagliato sulla tappa dello “Tsunami Tour” di Beppe Grillo nella città lombarda (alla pagina successiva il video con un estratto del comizio di Grillo). Il dibattito in studio ha visto protagonisti, tra gli altri, l’esponente del Pdl Beatrice Lorenzin, il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Andrea Scalzi, l’ex grillino Giovanni Favia e il giornalista D’Agostino. Gli ospiti si sono confrontati, anche con momenti di tensione ripetuti, sul movimento di Grillo che sta attirando l’attenzione degli elettori nelle piazze di tutta Italia e che, secondo alcuni sondaggi, risulta il primo partito nelle intenzioni di voto del target under 30 con il 27% delle preferenze.
La puntata è proseguita con un’inchiesta giornalistica sul confronto tra Grillo e Berlusconi nei territori della piccola e media impresa, il Veneto, dove molti elettori delusi della Lega e del Pdl si sono interessati e avvicinati al fenomeno 5 Stelle e sono pochi gli esempi di amministrazioni di lunga data come la città di Treviso e il suo sindaco leghista Gentilini. Il presentatore Corrado Formigli ha interpellato due economisti, Loretta Napoleoni e il professor Boldrin di “Fare per fermare il declino”, i quali si sono scontrati anche con frecciate e accuse verbali sulla sostenibilità economica del programma elettorale di Grillo e, in particolar modo, sui temi del reddito di cittadinanza, sul referendum per l’abolizione dell’euro e sulla non pignorabilità della prima casa. Il dibattito è proseguito con l’esposizione del giornalista Federico Mello delle criticità del movimento 5 Stelle, definito come un ambiente chiuso e verticale nel quale il potere decisionale è ristretto esclusivamente nelle mani di Grillo e di Casaleggio, proprietario di un’azienda leader nel marketing digitale.
Il programma si è poi avviato verso la conclusione con uno scontro molto acceso tra il giornalista Scalzi e il candidato Favia sui trascorsi di quest’ultimo nel movimento grillino e sulle accuse, umiliazioni e offese personali ricevute in riferimento al fuori onda che ha procurato a quest’ultimo l’espulsione dal gruppo.