La Conferenza Stampa tenutasi ieri sera su Rai 2 ha ospitato tre esponenti dei partiti in lizza per le imminenti elezioni politiche: Stefano De Luca, per il PLI – Liberali per lItalia, Dario Franceschini per il Partito Democratico e Renato Brunetta per il Popolo della Libertà. Il confronto si è snodato intorno ai temi principali che costituiscono i capisaldi di ciascuno dei programmi elettorali tra cui il fisco, il lavoro e lImu. In studio erano presenti per alimentare il dibattito attraverso proprie domande da rivolgere ai politici anche alcuni giornalisti, tra cui Francesco Cobei per La Repubblica, Paola Di Caro per il Corriere della Sera, Paola Frammeri per il Sole 24 ore e Laura Cesaretti per Il Giornale. Lapertura della Conferenza ha visto protagonista Stefano De Luca per il PLI, il quale ha rimarcato la fiera appartenenza a una lista autonoma per queste elezioni, precisando che laggettivo “liberale” rappresenta lautonomia come valore al quale auspicano gli appartenenti a tale coalizione che non si definisce né di destra, né di sinistra. I punti principali su cui si fonda il programma del PLI sono la valorizzazione delle autonomie locali, il riconoscimento di maggiori diritti alle coppie di fatto, lo snellimento della burocrazia italiana proponendo un maggior utilizzo delle autocertificazioni per lavvio di nuove imprese, la lotta all’evasione fiscale, labolizione dellImu e dellIrap attraverso fondi ricavati dalla vendita di beni pubblici, labolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la legalizzazione delluso delle droghe leggere e della prostituzione (inasprendo le pene per i trasgressori) rimarcando in tal senso la propria matrice assolutamente non conservatrice ma tendente a una modernità al passo con levoluzione dei costumi e della società. Secondo quanto sostenuto da De Luca, il voto degli elettori al PLI rappresenterebbe la vera possibilità di dar vita a un reale cambiamento rivoluzionario sul piano nazionale, in quanto la distanza assunta da tale coalizione da ogni alleanza con gli altri partiti candidati è inversamente proporzionale alla vicinanza e condivisione di ideali, valori e speranze del popolo italiano.
La priorità principale di programma, di cui si fa portavoce De Luca, è inevitabilmente la gestione della crisi che ha colpito lItalia e che, a suo dire, è ben peggiore di quella del 1929 e che vedrebbe quale soluzione necessaria la rielezione dello stesso Giorgio Napolitano a presiedere la poltrona presidenziale. Auspica tale coalizione a una necessaria privatizzazione delle imprese pubbliche presenti oggi al fine di sopprimere un anacronistico statalismo che perpetua in Italia. Infine, in tema di fiscalità sostiene che risulta necessario stemperare la pressione fiscale elevata ad altissimi livelli ormai, abolendo qualsiasi previsione sullaumento dellIva, complice di incentivare levasione fiscale che in un momento congiunturale come il presente si tramuta in “evasione di necessità” per tutti i contribuenti che si ritrovano dinanzi alla scelta di pagare le tasse o garantire il proprio sostentamento.
Il confronto elettorale è proseguito con il rappresentante del Pd, Dario Franceschini. Tra gli obiettivi che si propone di perseguire il suo partito ritroviamo il tema dell’occupazione e la lotta alla precarietà, la crescita degli investimenti per le imprese, la crescita della ricerca, la riduzione della pressione fiscale, le politiche sociali, la ristrutturazione di scuole, ospedali. Dario Fanceschini ha esordito affermando la necessità di una modificazione del Patto di Stabilità, al fine di svincolare il denaro presente nelle casse dei Comuni che reinvestirebbero quei fondi per nuove assunzioni. Il lavoro è il tema principale sul quale si concentra la campagna elettorale del PD, che sostiene energicamente che per incrementare seriamente il lavoro è necessaria una riforma strutturale in tale settore. Prioritario obiettivo che scaturisce è il Welfare attraverso la nascita di nuovi ammortizzatori sociali tra cui le indennità di disoccupazione garantite dal reperimento delle risorse necessarie attraverso la tassazione di ingenti patrimoni immobiliari con aliquote maggiori per i più ricchi e prevedendo, di converso, un’esenzione della imposta fino alla soglia dei 500 euro. Infine, per quanto riguarda la necessità di risollevare l’economia del Paese, importante risultano gli aiuti alle imprese e il PD parrebbe pronto a investire per le stesse una cifra pari ai 10 miliardi di euro.
L’ultimo a raggiungere il tavolo della tribuna elettorale è stato Renato Brunetta, per il PDL. Tra i propositi elettorali enunciati vengono elencate tematiche quali la diminuzione della pressione fiscale di un punto ogni anno, l’abbattimento dell’Irap entro un periodo di 5 anni, l’alleanza con la Lega del Nord, con il Grande Sud, con i Fratelli di Italia e con il partito della Destra. L’esposizione del programma elettorale si è concentrata soprattutto intorno all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Tema molto sentito dalla coalizione di centrodestra. L’obbiettivo necessario per il PDL è rappresentato non solo dalla abolizione totale dell’Imu, ma anche dalla restituzione della stessa pagata dagli italiani sulla prima casa per il 2012. Tale iniezione di reddito porterebbe a un nuova e certa propensione al consumo e il Pil salirebbe di un punto. Le risorse necessarie a garantire tale copertura sarebbero rappresentate dall’aumento delle accise sui giochi, sul tabacco e sugli alcolici. Brunetta con grande certezza ha affermato che la restituzione è un punto fondante della riforma fiscale. Sul tema dei diritti civili, l’esponente del PDL ha rispolverato e rimarcato la propria paternità del lancio dei “DIDORE’” ossia letteralmente ai diritti e doveri reciproci delle coppie di fatto a prescindere dal sesso, purché tale coppia sia caratterizzata dalla convivenza stabile nel tempo.