Inizio scoppiettante per la puntata di Servizio pubblico andata in onda ieri, giovedì 7 febbraio 2013. Ho già dovuto spiegare a Brunetta che sono un produttore indipendente, responsabile in relazione alla messa in onda. Anche tu sei di coccio?. Da subito Michele Santoro lancia una forte risposta a Beppe Grillo. In settimana, il leader del Movimento 5 Stelle aveva accusato Giulia Innocenzi per il servizio sul debito che il Comune di Parma, guidato dal grillino Pizzarotti, detiene con le banche. Grillo ha attaccato la Innocenzi e La7, definendo questultima come il canale più fazioso, fuori controllo e con figuranti strapagati. Santoro non le manda a dire nel corso del suo editoriale, e dopo il paragone con Brunetta, domanda a Grillo se cè posto nella tua comunità per tutti, anche per chi la pensa un po diversamente da te. Chi non vede la qualità – chiosa – non è un leader politico, ma un comico. A chiusura del suo intervento, Santoro precisa che Servizio Pubblico non andrà in onda nelle prossime due settimane, affermando che desidera scegliere senza rabbia, chi mi assomiglia di più (in ultima pagina il video dellintervento di Santoro)
Nella puntata di giovedì 8 febbraio sono presenti in studio Giorgia Meloni, fondatrice e di Fratelli DItalia-Centrodestra nazionale, Lara Comi, parlamentare europea del Popolo della Libertà, Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà, e Umberto Ambrosoli, candidato governatore della Lombardia per la coalizione di centro-sinistra. Santoro apre la trasmissione domandando a Nichi Vendola cosa significherebbe una futura alleanza con il centro di Monti. La risposta del governatore della Puglia è netta: Sarebbe mutilare una porzione di centro-sinistra, in tal caso Sel. Questo progetto, costruito con le primarie, non appartiene più a Bersani o a me ma è un soggetto collettivo. Ed è un progetto in opposizione – afferma Vendola – con la biografia di Mario Monti.
Subito dopo il servizio girato a Gstaad, villaggio del Canton Berna, in Svizzera, popolato quasi esclusivamente da famiglie benestanti, Santoro rilancia il dibattito sulla ricchezza. Vendola ricorda come di fronte a una condizione sociale in Italia e in Europa in cui torna in dimensioni ciclopiche il tema della povertà, credo che abbiamo il diritto di essere indignati e anche – chiosa – di mandare al diavolo un ricco. Per lex ministro Meloni la questione è più complessa e occorre attaccare la rendita improduttiva, come quando si ha una rendita di posizione più pagata e meno tassata rispetto a chi investe in unimpresa. Ambrosoli rincara la dose: Si è voluto mantenere un sistema produttivo che non consente lo sviluppo di posti di lavoro. Quel che manca adesso – continua – è la scala sociale, la possibilità di sdoganarsi dalla propria posizione di nascita. Sul reddito di cittadinanza, riconosce che non non è unidea fuori dal mondo. In altri paesi, proposte come questa contribuiscono a una maggiore coesione sociale.
Lattenzione al welfare e al reddito delle famiglie è al centro dellintervento delleurodeputata Comi, che giudica non corretta la tassazione alla prima casa, soprattutto quando si ha un mutuo ed è di proprietà della banca. Attraverso investimenti sulledilizia – osserva – che è sempre il primo settore produttivo a ripartire, si può avere inoltre un indotto maggiore. Sulla questione dei frontalieri svizzeri, Lara Comi auspica che il tema sia inserito nellaccordo che sarà firmato con gli elvetici. Il tema dellImu anima il dibattito: se per Vendola le favole di Berlusconi hanno drogato questo Paese, Giulia Innocenzi osserva che la restituzione dellImu sarà un regalo ai più ricchi: la fascia più ricca del 20% contribuisce per il 44%. La risposta di Meloni è netta: Perché occorrevano i 3,8 miliardi dellImu e abbiamo prestato 3,9 miliardi a MontePaschi?. Per la fondatrice di Fdi due interventi sono necessari: labolizione delle pensioni doro e lintroduzione di un prestito donore: ti presto del denaro, se hai talento me li ridarai.
I temi della campagna elettorale sono al centro del dibattito e l’intervento di Marco Travaglio torna sugli argomenti caldi della settimana. “C’era una volta – osserva – un nanetto piccolo piccolo che risorgeva sempre dalle ceneri. Per Montanelli era il Rieccolo. Era Fanfani”. Secondo Travaglio, il Fanfani di oggi è Silvio Berlusconi, in pieno recupero elettorale. Dal 1994, “quando la sinistra furba rideva di lui” al 2011, quando “le tre F che lo ammazzano: Fini, finanza e la terza F… Diciamo Ruby” fino all’ennesima rimonta delle ultime settimane: Berlusconi “mente sapendo di smentire – osserva Travaglio citando Vergassola – ma quando parlano gli altri non lasciano segni tangibili. Se lo sfidassero con proposte semplici e popolari, magari invertirebbero il trend”. In conclusione, Travaglio recita Montanelli parafrasandone la famosa espressione “Turiamoci il naso e votiamo Dc. Adesso lo slogan è più moderno: bendatevi gli occhi e votate Pd”.
Dalla politica nazionale, il dibattito si sposta sulle elezioni regionali in Lombardia. Ambrosoli conferma di puntare al dimezzamento della diaria di consiglieri e assessori regionali, “un valore civile di fronte alla crisi che stiamo vivendo”. L’eurodeputata Pdl Comi loda il ruolo della Lombardia “Ferrari d’Italia”, “con un Pil più elevato di Spagna, Portogallo e Austria, e che paga i propri debitori dai 30 ai 60 giorni”. Il dibattito politico è interrotto dall’intervento di una studentessa abruzzese residente a Milano. Giulia racconta la vita degli studenti fuorisede, con un’università che ha operato numerosi tagli sulle borse di studio: “Quest’anno – precisa – solo il 62% di studenti idonei ha preso la borsa, il 38% è stato considerato idoneo non beneficiario. Vale a dire: meriti la borsa ma non possiamo pagartela”. Quando Vendola afferma che il centro-destra ha sfasciato la scuola pubblica, Comi incalza il leader di Sel e domanda “perché gli studenti pugliesi vanno a Milano a studiare”. Vendola afferma che “i pugliesi, a differenza dei leghisti, amano viaggiare”.
Tra lo scambio serrato di battute tra i protagonisti in studio, Santoro invita Vauro a chiudere la trasmissione con le sue vignette. Il vignettista toscano non le manda a dire: se il condono tombale, proposto da Berlusconi è “condono per gli evasori, tomba per i contribuenti”, non manca un attacco alla coalizione di centro-sinistra con un Bersani che afferma: “Ho la vittoria in tasca, ma non ricordo più in quale tasca”.