Questa sera su Canale 5, alle 21:10, va in onda la prima delle quattro puntate della nuova fiction Mediaset Pupetta – Il coraggio e la passione. Manuela Arcuri darà il volto a questo personaggio femminile divenuto protagonista della cronaca negli anni ’60, che oggi ha 78 anni. Una storia che parte dalla Napoli del Dopoguerra in cui Assunta Maresca, detta Pupetta, cresce in una società ferocemente maschilista e che, quando il marito viene ucciso in una lotta di potere all’interno della Camorra, decide di farsi giustizia da sola uccidendo il mandante dell’omicidio. Pupetta è al sesto mese di gravidanza e partorirà il figlio in carcere, dove sconterà una pena di 14 anni. È la storia controversa di una donna vittima della Camorra per molti versi, ma che diventerà a sua volta un boss, sfidando le alte gerarchie della malavita. Questa fiction racconta la sua vita, ma dà anche una versione dei fatti più simile a come la vera Pupetta Maresca li ha vissuti. Manuela Arcuri, dopo essere stata la protagonista di grandi fiction come Il Peccato e la Vergogna accanto a Gabriel Garko, e la più recente Sangue Caldo, torna nel ruolo di una donna ribelle e volitiva. A ilsussidiario.net la bellissima attrice di Latina ha raccontato l’esperienza nuova di interpretare un personaggio realmente esistito, che ha messo alla prova le sue qualità di attrice: una sfida a tratti commovente.
Pupetta si ispira a una storia vera: quanto c’è di romanzato nella fiction e quanto è rimasto invariato rispetto alle reali vicende vissute da Assunta Maresca?
Penso che possiamo dire un 80% di realtà e un 20% di romanzato. Dei momenti salienti della sua vita abbiamo fatto la cronaca, ma altri abbiamo dovuto per forza di cose romanzarli un po’.
Pupetta racconta una storia di coraggio e di passione (come recita il sottotitolo): sono due sentimenti che senti tuoi anche nella tua vita?
Coraggio e passione sono due sentimenti importantissimi, che determinano un donna in generale. Credo che le donne siano coraggiose, e questo vale anche per me, anche se non quanto Pupetta, perché lei ha avuto un coraggio che va al di là del normale. E poi mi reputo sicuramente una donna passionale: la passionalità fa parte del mio carattere da sempre.
Assunta Maresca ha contribuito alla realizzazione della fiction: come è stato il vostro incontro?
Assolutamente emozionante, bellissimo. Nei primi giorni in cui giravamo la fiction lei è venuta sul set, dove aveva il suo camerino. Mi hanno accompagnato da lei per conoscerla e io ero già emozionata, ma quando ha aperto la porta ci siamo commosse entrambe. Mi ha abbracciato e ha detto: “Sei veramente bella!”. Mi ha spiegato che era felice che fossi io a interpretare la sua vita.
Grazie a lei hai potuto lavorare meglio sul personaggio?
Per me è stato un incontro determinante dal punto di vista lavorativo, perché mi ha raccontato la sua vita e così ho potuto capire realmente quanta sofferenza ci fosse dietro le sue parole, quanto le sue vicissitudini l’avessero segnata profondamente. Lei però ha raccontato tutto con grande dignità, senza accusarsi, e anzi, sottolineando il fatto che aveva chiesto più volte aiuto alla giustizia, senza mai ottenerlo.
Si può dire che abbia voluto dare la sua versione dei fatti?
Una cosa che ha voluto sempre sottolineare è stato il fatto che lei non era un’assassina, una donna portata per la violenza. Anche per questo ha accettato che scrivessero una fiction sulla sua vita, perché voleva far conoscere una realtà che, negli anni, da parte della stampa è stata alterata.
Quanto di te stessa hai messo in questo personaggio?
Fino all’ultima fiction ho sempre messo più parti di me, mi cucivo addosso il personaggio, ed era più facile. Qui invece parliamo di una persona reale, con un suo carattere e una sua personalità. Inoltre, la storia si svolge negli anni ‘50, in cui le donne erano succubi delle famiglie: lei aveva due fratelli, un padre molto severo, non poteva uscire la sera, mettersi un vestito un po’ più corto…ma è sempre stata una ragazza ribelle e questo ha determinato la sua vita.
Quindi c’è poco di Manuela in questa interpretazione…
Come Pupetta, anche io mi reputo una persona abbastanza forte e determinata, ma ho comunque cercato di dare il meno possibile di me stessa, perché stavo interpretando un’altra persona, ed è stato più difficile. Inoltre, io sono una persona sempre molto solare, mentre lei non lo era, perché la vita non le ha permesso di esserlo, e ho dovuto soffocare questo mio aspetto: una cosa non semplice.
In questa fiction, come anche in altre precedenti, reciti accanto a tuo fratello Sergio: com’è lavorare con lui?
È stato molto bello lavorare con lui, che in questa fiction poi interpreta proprio il fratello di Pupetta! Sembrava di essere a casa, non su un set. Inoltre, c’è un bellissimo rapporto tra di noi: sul set eravamo complici e ci capivamo con uno sguardo dato che ci conosciamo perfettamente, e questa è un’agevolazione lavorando insieme.
Esiste un personaggio femminile famoso che ti piacerebbe portare sullo schermo?
Negli anni ho avuto la possibilità di interpretare tanti personaggi, ma anziché una donna di oggi, mi piacerebbe un ruolo da principessa, come la storia della Principessa Sissi, o un ruolo tipo quello di Rossella in Via col vento: provare a vivere quel periodo storico, dato che non mi è ancora capitato. Oppure una donna del ‘600, del ‘700: anziché tutti i grandi drammi che mi hanno fatto vivere nelle fiction, anche se sono sempre delle belle prove di recitazione, per una volta mi piacerebbe sognare e far sognare.
Pupetta uccide per amore: un esempio sicuramente estremo di quello che le donne possono fare quando sono guidate da questo sentimento. Hai mai fatto “pazzie” per un uomo?
L’unica follia che ho fatto, credo 7-8 anni fa, è stata quando ho preso un volo per andare a New York e incontrare il ragazzo che stavo frequentando, e non ci siamo trovati! Lui non aveva con sé il cellulare e continuava a mandarmi mail, ma io non ero ancora così tecnologica da poterle controllare dal telefono o portarmi un computer. Una di quelle follie in cui sogni di dire “incontriamoci a New York”, invece non ti rendi conto di essere in una metropoli enorme, con quattro aeroporti, e dopo una giornata intera in cui ero arrivata con grande gioia e aspettative, niente, è stata una delusione e il giorno dopo sono tornata a casa. Da lì ho capito che forse non valeva tanto la pena di fare pazzie!
L’estate è in arrivo: ti aspettano le vacanze o hai nuovi progetti in partenza?
Ho appena terminato le riprese de Il peccato e la vergogna 2: sono durate 9 mesi e abbiamo girato 8 puntate, un lavoro molto lungo e faticoso, perciò adesso ho bisogno di questi mesi per ricaricarmi. Spero che arrivi il sole: io adoro l’estate, e poi verso settembre-ottobre ricomincerò a girare.
(Nicoletta Fusé)