Pacific Rim è appena uscito in contemporanea nelle sale cinematografiche di tutto il mondo e promette di far sognare i nostalgici di alcuni film di fantascienza che in molti non esisterebbero a etichettare come vintage, ma che riscuotono ancora un gran successo. La pellicola, diretta dal genio messicano Guillermo Del Toro, già regista de “La spina del diavolo”, del 2001, e de “Il labirinto del fauno”, del 2006, è un omaggio ai classici monster movies giapponesi degli anni ’50, come Godzilla di Ishiro Honda, e trae ispirazione anche dalle serie animate nipponiche che vedo come protagonisti enormi robot quasi antropomorfi del calibro di Mazinga o Goldrake. Ma Del Toro non attinge solo a questo filone per dar vita allennesimo, eterno, scontro tra alieni cattivi e robot pilotati da umani, ma prende a piene mani anche dalla cultura fantascientifica occidentale, ispirandosi a film-cult come “Clash of the Titans” della Warner Bros o al colossal Transformers”, arrivando fino ad “Iron Man”, eroe dellomonimo fumentto della Marvel Comics, senza trascurare nemmeno la serie-cult di Star Trek”, dalla quale prende qualche idea sulle fusioni mentali tra i cervelli dei personaggi umani del suo film. Lambientazione di Pacific Rim, poi, per certi versi non può non far tornare alla mente quella di “Blade Runner” e certe sequenze di lotta con arti marziali rimandano dritto agli allenamenti di Neo e Morpheus in Matrix e in molti hanno notato anche la somiglianza tra larmatura del protagonista di Pacific Rim e luniforme usata di Storm Trooper in Guerre Stellari. Insomma, un mix di preziose citazioni orchestrate in modo armonico e sottile dal maestro che ha messo in piedi unopera che sta già raccogliendo i meritati frutti al botteghino.