Esistono dei film per bambini che parlano anche agli adulti, e altri che sono diretti principalmente ai piccoli spettatori. Se i cartoon targati Disney e Pixar appartengono alla prima categoria, Il castello magico è un delizioso, chiaro esempio della seconda. I registi Ben Stassen e Jeremy Degruson, già creatori de Le avventure di Sammy, confezionano un animation movie che mostra un sapiente uso del 3D e sfrutta il tratto morbido per riprodurre dei personaggi teneri, capaci di suscitare simpatia (ed empatia). A cominciare da Tuono, il micetto rosso che, sotto Natale, viene abbandonato lungo una strada dalla sua famiglia.
Solo e sperduto, Tuono cerca rifugio in una dimora dallaspetto sinistro, che in realtà si rivela un luogo accogliente e un po magico: il castello del titolo, abitato da un vecchietto dallanimo gentile che nasconde unautentica passione per i giochi di prestigio. lui, Lawrence, ad accogliere Tuono nella sua buffa famiglia, composta dai giocattoli e dagli animali parlanti che convivono nella grande casa, ognuno con una personalità ben precisa. Facciamo così conoscenza con Maggie, la topolina petulante, con Jack, il coniglio che detta legge, con Edison, un raggio di luce, e con gli altri oggetti che si animano soltanto davanti alle persone di cui si fidano.
Basata su un intreccio semplice e prevedibile, la storia tocca però dei temi importanti affrontati con coraggio: se Lawrence accoglie con benevolenza il nuovo arrivato, non si può dire lo stesso di Jack e Maggie, che si sentono minacciati dalla presenza di Tuono. La loro reazione ricorda in un certo senso la gelosia del bambino di fronte allarrivo di un fratellino o di una sorellina, che ruba lattenzione della mamma e lo costringe a condividere la casa e laffetto degli abitanti. Jack e Maggie fanno di tutto per allontanare il gatto rosso che, pur sentendosi respinto e maltrattato, non rinuncia al suo posto accanto al prestigiatore.
Quando Lawrence, in seguito a un incidente, viene ricoverato in ospedale, è Tuono a scongiurare il pericolo che incombe sul loro futuro: lavido e insensibile nipote, infatti, intende vendere la casa e mandare lanziano proprietario in una casa di cura. La morale della favola? Lunione fa la forza, naturalmente, e lo spirito di solidarietà vince contro ogni ostacolo. Il nipotastro è il villain della storia, cattivo senza speranza, mentre Jack e Maggie sono destinati a cambiare e a imparare la lezione.
Sequenze divertenti e battute simpatiche danno vivacità a una sceneggiatura che non spicca per originalità, ma che funziona e risulta chiara anche per i più piccoli. I colori accesi e le scenografie accurate contribuiscono a rendere il prodotto godibile e accattivante, mentre le scene movimentate sembrano più efficaci di quelle parlate: il ritmo narrativo e la scelta delle inquadrature dimostrano l’abilità dei due registi, che compensano l’assenza di un livello “adulto” di lettura del film con una buona abilità tecnica.
Certo, manca quell’emozione che in altri cartoon tiene incollato allo schermo anche l’adulto, attingendo al suo vissuto (come accade in Frozen della Disney, per citare un film attualmente nelle sale). Ma Il castello magico è un buon prodotto per bambini di tradizione europea, che esalta il valore dell’amicizia e dell’accoglienza, combattendo contro l’ostilità nei confronti di chi, per gelosia o per paura, si considera un “intruso”.