Nella puntata di domenica 26 gennaio 2014 del talk show televisivo “Che tempo che fa”, condotto da Fabio Fazio, saranno ospiti Pietro Grasso, lattore Terence Hill, il giornalista Ferruccio De Bortoli e Vera Vigevani Jarach. Pietro Grasso, presidente del Senato dal 16 marzo 2013, è nato a Licata in provincia di Agrigento il 1 gennaio del 1945. Trasferitosi a pochi mesi dalla sua nascita a Palermo, cominciò la sua carriera in magistratura nel 1969. A partire dal 1972 è stato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo dove ha cominciato ad occuparsi di mafia. Nel 1984, assieme al magistrato Alfonso Giordano, si occupò del primo maxiprocesso contro la mafia, in cui vennero comminati 19 ergastoli e complessivamente più di 2.000 anni di reclusione. Alla fine del maxiprocesso Grasso collaborò con la Commissione parlamentare Antimafia, come consulente. In seguito venne nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia, e si è occupato delle stragi mafiose del 1992-1993 (strage di Capaci, strage di via d’Amelio a Palermo, strage di via dei Georgofili a Firenze). Da Procuratore della Repubblica a Palermo ha contribuito alla cattura di 13 tra i latitanti più pericolosi, infliggendo quasi 400 ergastoli. La sua carriera brillante è culminata nella nomina alla Procura Nazionale Antimafia del 2005 e le sue indagini hanno portato alla cattura di Binnu u’ Tratturi, Bernardo Provenzano, capo dell’organizzazione mafiosa a partire dal 1995 e latitante da 43 anni. Alla fine del 2012 ha presentato al Consiglio Superiore della Magistratura la richiesta di aspettativa per candidarsi nelle fila del Partito Democratico nelle elezioni politiche del 2013. Eletto senatore nel Lazio, diventa Presidente del Senato, battendo il candidato del Popolo delle Libertà Renato Schifani. Pietro Grasso, sposato dal 1970, ha un figlio, Maurilio, funzionario nella Polizia di Stato. Grasso ha collaborato alla redazione di molti libri sulla mafia quali “La mafia invisibile. La nuova strategia di Cosa Nostra” (2001), “Pizzini, veleni e cicoria. La mafia prima e dopo Provenzano” (2008), “Per non morire di mafia” (2009), “Soldi sporchi. Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mondiale” (2011) e “Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia” (2012). Grasso ha anche condotto la trasmissione andata in onda su Rai Storia “Lezioni di Mafia”.
Nonostante l’impegno di uomini come Grasso, la mafia, seppur indebolita dagli arresti dei capi, continua a minare le fondamenta dello Stato e a minacciare i magistrati intenzionati a sgominarla. Proprio in questi giorni sono state mostrate le immagini dell’ex capo di Cosa Nostra Totò Riina, intento a conversare nel carcere di Opera (provincia di Milano) con Alberto Lorusso, esponente della Sacra Corona Unita salentina. Nel dialogo, Riina rivela la sua volontà di eliminare i giudici che stanno indagando sulla trattativa Stato-Mafia, in primis Nino Di Matteo, come avvenuto negli anni ottanta e novanta con i giudici Chinnici, Falcone e Borsellino. Lo stesso Pietro Grasso avrebbe rischiato personalmente, secondo quanto rilevato dal pentito Gioacchino La Barbera, che ha rivelato l’esistenza di un piano finalizzato a eliminare il magistrato a Monreale, rinviato per problemi tecnici con l’esplosivo.