Di film comici ne escono a bizzeffe, in Italia soprattutto. Il pubblico li apprezza, solitamente non poco, ma la critica li tronca in partenza (quasi tutti). Di film comici in particolar modo rivolti ai più piccoli, però, spesso si fatica a trovarne sul mercato (o nei cinema). E allora anche stavolta arriva bene Luca Miniero, regista lungimirante, che porta sul grande schermo una nuova commedia tutta tricolore, con al seguito tanti (divertentissimi) insegnamenti.
Si intitola La scuola più bella del mondo e con più di 4000 cast, 9 settimane e mezzo di registrazioni, e circa 40 bimbi sul set, racconta la differente visione di prospettive, e di realtà concreta, tra una tecnologica scuola media inferiore toscana e una corrispettiva scuola napoletana con sede nella cittadina di Acerra.
Un preside puntiglioso ed efficiente, tale Filippo Brogi, vive con un grande difetto nel cuore; il non saper perdere mai. Proprio dalla sua smania di vittoria, allora, decide che stavolta la Coppa di scuola dellanno i suoi alunni non se la possono far scappare, e furbamente mira a un gemellaggio con degli studenti di Accra, in Ghana. Ma talvolta non tutto va come sperato. Proprio così, infatti, il simpatico e pazzoide bidello Soreda, con il suo far galante ma assolutamente anti-tecnologico, inoltra la richiesta di scambio culturale a una scuola sbagliata, e a una classe di birichini niente male; Acerra, provincia di Napoli. Da qui inizieranno le disavventure dei malcapitati, insegnanti e studenti che siano, i quali certo non si aspettavano una convivenza tanto burrascosa. Gli alunni partenopei verranno accolti dalla bella professoressa Margherita con uno striscione che recita così: Benvenuta Africa!, e allora sarà proprio guerra.
Con Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone, La scuola più bella del mondo è un film coinvolgente, simpatico ed eclettico. Non banale e divertente, certo semplice e rivolto soprattutto ai più piccoli. Tanto si ride quanto si impara, e allora le famiglie dovrebbero andar al cinema, e godersi lo spettacolo. Niente più. Molti i temi toccati, dalla tecnologia ingannatrice alla differenza di realtà, tradizioni e prospettive che purtroppo ancora esiste, inutile negarlo, fra Nord e Sud. Un chiaro (e rivoltoso) messaggio alle istituzioni e a chi ne sta a capo che, ce lo racconta anche il regista, dovrebbe concentrarsi su ciò che davvero fa bene ed è importante per lItalia: la scuola, i più giovani anzitutto.
Sì, perché la classe di furbetti napoletana è sì scalmanata, ma vive in una realtà scolastica decisamente degradata; laula insegnanti è nellandrone dei bagni, e ultimo ma non meno importante non esistono gessetti, né carta igienica. Insomma, un gran racconto, coinvolgente ed entusiasmante. Con qualche nota di colore (e di pentagramma) quasi stavolta la commedia si mischiasse un pochino al Musical – come per altro già fatto da Siani in un film che ancora vedeva De Sica uno dei protagonisti, Il principe abusivo.
La scuola più bella del mondo trasmette tanto anche ai più grandi. Anzitutto il messaggio più importante, quello dell’unità di un Paese che ancora troppo spesso tende e gode nel dividersi non solo in regioni ma addirittura in province dalle mura alte fino al cielo, che “sia mai un piacentino venga a bussare alla porta di un cremonese” o, insomma, cose così. E poi il racconto, e l’abile ringraziamento che spontaneamente dovremmo rivolgere a cast e più piccoli, perché davvero come semplificano le cose loro, noi alt(r)i fatichiamo a riuscirci.
Tant’è che dopo i primi litigi e gli innumerevoli spintoni, le due classi “Nord” e “Sud” (anche se per noi di Milano i toscani son già “troppo giù”) iniziano a unirsi e a volersi bene per davvero. E anche le bambine più capricciose, quelle di Acerra che gridavano “Per noi il Nord inizia da sopra Mondragone!” si affezionano a quella terra a loro sconosciuta.
Dopo i precedenti successi di Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord e Un boss in salotto, Luca Miniero torna stavolta al cinema con un racconto per tutti, che sono certa riuscirà ancora una volta a coinvolgere gli italiani in quel fare Paese che ogni tanto (o troppo spesso) rischiano di perdere strada facendo.
Inutile dire che il cast eccezionale aiuta, e non poco. De Sica e Papaleo splendidi, Finocchiaro semplicemente perfetta, come sempre. Non da meno la giovane Miriam Leone che con competenza si sta facendo strada nel mondo della recitazione. Sorprendente anche l’interpretazione del bravo Nicola Rignanese, forse ai più conosciuto come “il papà siciliano” emigrato a Torino nella serie tv “Questo nostro amore” in onda su Rai 1. Insomma un applauso, e buona visione.