La seconda puntata di giovedì 20 novembre 2014 “Announo“, il talk show politico trasmesso su La7 e condotto da Giulia Innocenzi, era intitolata “Indovina chi viene qui”. Dopo l’editoriale di Michele Santoro, va in onda un servizio sulle proteste degli abitanti di Tor Sapienza, che hanno protestato per la presenza di campi rom e centri di accoglienza nel loro quartiere. L’inviato si reca nel quartiere residenziale dei Parioli e chiede agli abitanti un’opinione sulla decisione del comune di trasferire il centro d’accoglienza: le persone si mostrano stupite, deluse, arrabbiate, per loro fortuna si tratta di un’invenzione giornalistica per testare la loro reazione. L’inviato si è intrufolato nel corteo organizzato da 60 comitati di quartiere a Roma, dove sono presenti anche l’ex sindaco Alemanno e molti militanti di estrema destra. In studio la conduttrice Giulia Innocenzi introduce la domanda della puntata: “Li ospiteresti nel tuo quartiere?”. Ospiti in studio 20 giovani, che discuteranno del tema assieme al sindaco di Roma, Ignazio Marino. Si comincia con le parole di Noemi e Marina, due donne che abitano a Tor Sapienza e precisano di non essere razziste, ma di chiedere semplicemente di vivere in maniera serena. Secondo le donne gli immigrati del centro assaltato sono abbandonati al loro destino, senza alcuna possibilità di integrazione e senza alcun controllo. Marino spiega che in un quartiere come Tor Sapienza, che sembra costruito per creare disagio, non doveva essere creato il centro immigrati, come fatto dal suo predecessore Alemanno. Il sindaco crede che la rabbia dei cittadini sia stata strumentalizzata da alcune frange politiche estremiste, che hanno organizzato l’aggressione al centro. Abe non giustifica il comportamento dei manifestanti, che hanno lanciato bombe carta contro migranti che hanno visto la morte in faccia. Noemi spiega che non si trattava di bombe carta ma di petardi e Abe la accusa di minimizzare. Il dibattito prosegue con toni molto accesi. Secondo Antonio è da vigliacchi prendersela con i più deboli e non con i veri colpevoli, i politici, ed è assurdo che un gruppo di africani venga assaltato a causa di un tentato stupro da parte di un rumeno. Aboubakar condivide la sua analisi e fa notare che provvedimenti come i tagli alla mobilità hanno ricadute sulla vita delle persone. Il problema dell’Italia non è costituito dai rom o dai rifugiati, ma dalla mancanza di lavoro e servizi. Marino spiega che ha ereditato il governo di una città con un miliardo di debiti, ma è convinto che la situazione si possa risolvere. Tabita, che vive nel quartiere Fleming, è preoccupata in particolare dalla situazione nei mezzi pubblici. Marino annuncia che su alcune linee i passeggeri dovranno entrare dalla porta anteriore, dove ci sarà un controllore, oltre all’autista.
In un servizio viene mostrato un mercato clandestino in via Cervara (periferia est di Roma), dove i rom vendono computer, tv, e prodotti da supermercato (rubati) ad una miriade di persone, tra cui molti italiani. Secondo Federica si tratta di una vera e propria guerra tra poveri, dove i migranti vengono colpevolizzati al posto della classe dirigente che ha smantellato il paese (a cui appartiene anche la Lega Nord). Mirko attacca il sindaco, che a suo parere non è per nulla attento alle esigenze dei cittadini delle periferie. Secondo Hind la rabbia dei cittadini, comprensibile, non può in alcun modo giustificare la violenza e gli abitanti dovrebbero prendersela con chi è in Parlamento e crea una disparità di diritti e dignità tra cittadini. Micaela, autista di autobus a Roma, attacca duramente il sindaco, ritenendo le sue proposte non in linea con la realtà e denunciando il taglio di alcune linee. Marino spiega che ha ereditato l’ATAC in condizioni disastrose, anche grazie alla gestione clientelare attuata in precedenza, e spiega che ha intenzione di modificare queste distorsioni su cui si è basata in passato la città di Roma. Silvia, prima di prendere la parola, regala al sindaco una panda rossa giocattolo in miniatura, poi da il suo parere sulla questione: l’Italia non è nelle condizioni per dare la giusta accoglienza agli immigrati. Va in scena un duro scontro con Antonio e Abe, che rimarcano come gli italiani abbiano la memoria corta e dimentichino il passato da migranti.
Altro servizio su Tor Sapienza, dove in alcune strutture fatiscenti vivono in condizioni disastrose occupanti abusivi italiani e stranieri. Il dibattito riprende e Alessandra ritiene che in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo gli italiani dovrebbero avere la precedenza. Chiara ritiene che l’Italia non sia pronta all’integrazione e i toni salgono nuovamente. In un servizio si parla di Torpignattara, un’altra zona periferica romana pronta ad esplodere. La zona nelle vicinanze del SERP, in particolare, è frequentata da spacciatori e tossicodipendenti e fortemente degradata, con risse, atti vandalici, e gente che fa i bisogni per strada. In studio il presidente della Lazio Claudio Lotito prende il posto del sindaco Marino. Giuseppe “Stima” ha realizzato un video con alcuni amici del suo quartiere, vittime di furti, intenzionati ad organizzare delle ronde (alcune dichiarazioni risultano decisamente esagerate, e anche il rapper si scusa in studio). Stima spiega di non essere arrabbiato con gli stranieri, ma “con gli stron** seduti li”, indicando il posto in cui è seduto Lotito (il rapper spiega subito di non riferirsi al presidente della Lazio). Lotito ritiene che per cambiare le cose è necessaria la volontà di risolvere i problemi, e adagiarsi sul fatto che le cose non funzionino non conduce a niente. Giulia Innocenzi chiede a Lotito un’opinione sulle parole razziste di Tavecchio e il patron della Lazio ribadisce che Tavecchio ha costruito due ospedali in Togo e adottato 3 bambini africani. Non si capisce chiaramente cosa abbia detto Lotito, secondo alcuni ragazzi, la conduttrice e Vauro ha usato la parola “cosi” per definire i bambini. Lotito smentisce e li accusa di avere problemi di udito. Gaffe razzista? Di sicuro se ne parlerà in questi giorni. Lotito chiude il suo discorso ricordando che l’Italia viene vista da molti migranti come un paradiso, ma può diventare un inferno a causa della mancanza di lavoro e risorse. La puntata si chiude con l’arrivo in studio di 4 ragazzi africani del centro “Il sorriso”.