La puntata speciale del programma Bersaglio Mobile condotta da Enrico Mentana e intitolata La resa dei conti, vede come ospiti il deputato del Partito Democratico Matteo Richetti, il deputato del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera Luigi Di Maio, la politologa dellIstituto Cattaneo Elisabetta Gualmini, il vice direttore de Il fatto quotidiano Marco Travaglio, Franco Bechis del quotidiano Libero, Andrea Malguti del quotidiano La Stampa, Emiliano Liuzzi de Il Fatto Quotidiano e Salvatore Cannavò de Il Fatto quotidiano. Il tema della serata prende spunto da quello che è avvenuto nelle ultime ore nel Movimento 5 Stelle con lespulsione dei quattro senatori dissidenti ossa che avevano palesato il proprio dissenso nei confronti di Beppe Grillo per come ha gestito lincontro con Matteo Renzi. Marco Travaglio parla del fatto di come sia giustificabile che allinterno del Movimento 5 Stelle non ci sia sempre e comunque unità di intenti visto che a differenza degli altri partiti, i deputati sono stati scelti per mezzo dei voti espressi da alcuni iscritti al Movimento sul web utilizzando uno strumento abbastanza simile alle primarie del Pd anche se la platea di votanti decisamente inferiore. Travaglio pone laccento su come sia paradossale che nei partiti in cui gli eletti non siano stati fatti scegliere agli elettori come nel caso di Forza Italia oppure la Lega Nord, non ci siano dissidenti neppure quando questi partiti non tengono fede allimpegno che hanno assunto rispetto agli elettori ed ossia di portare avanti determinate tematiche. Travaglio inoltre pone il quesito se anche gli stessi elettori del Pd come probabilmente anche di Forza Italia, non siano rimasti delusi dal fatto di vedere mettere in essere una alleanza di Governo con il rispettivo nemico. Allo stesso tempo Travaglio sottolinea come però sia chiaro che il Movimento 5 Stelle non possa cacciare via tutti coloro che non hanno al 100% la stessa idea del leader. Di Maio confortato anche dalle parole di Bechis che parla di una confidenza avuta nel corso del mese di gennaio da un esponente di Sel che gli ha parlato della possibilità di una fuoriuscita di dissidenti dal M5S che avrebbero potuto sostenere con una nuova maggioranza leventuale Governo Renzi, sottolinea come alla base dellespulsione dei quattro dissidenti ci sia non solo la presa di posizione nei confronti di quanto fatto da Grillo ma anche della netta sensazione che stesse nascendo qualcosa in tale senso. Richetti tuttavia non crede che sia questo il motivo dello strappo evidenziando come i quattro non abbiano mai votato fuori dalle linee guide del Gruppo del M5S senza nemmeno fare delle dichiarazioni che lasciassero presuppore una tale possibilità. La Gualmini trova che queste espulsioni siano fisiologiche soprattutto per il modo in cui è stata effettuata la composizione dei deputati e senatori del Movimento anche perché molti vengono da situazioni molto differente sia per la posizione professionale occupata e sia per lideologia politica. A tal proposito Richetti sottolinea come anche allinterno del Pd ci siano pluralità di idee rispetto a determinati argomenti ma questo non ha dato il via ad espulsioni. Il discorso, prendendo spunto da un servizio che parte dallormai famoso incontro in diretta streaming tra Renzi e Grillo e tutti i vari scontri tra lo stesso Premier e i vari esponenti del Movimento, si sposta sulla evidente contrapposizione tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle anche in ragione dellappuntamento elettorale di maggio con le elezioni Europee. Bechis nota come vi sia una sfida in corso tra le due forze per arrivare ad ottenere il maggior risultato possibile anche se a suo dire vede favorito il Movimento 5 Stelle in quanto il senso di distacco nei confronti dei partiti politici è ancora molto grande dato che nel corso dellultimo anno non sono riusciti molto per risollevare il Paese ed inoltre la tipologia di votazione che non inficia praticamente nulla sullItalia si presta molto al voto di protesa, cosa che già in passato è avvenuta. Richetti trova insensato il modo di porsi da parte del Movimento in quanto non è concepibile che non vogliano assolutamente dialogare con le altre forze politiche nonostante sia chiaro che in questa maniera non si riescono a fare delle cose. Di Maio ribatte evidenziando come il Movimento voglia discutere argomento su argomento tuttavia scontrandosi con quanto evidenzia Malaguti che trova sia impossibile la comunicazione visto il loro modo di porsi rispetto alle varie tematiche ed ossia dando del mafioso o quanto altro a quanti si occupano di una determinata questione. Naturalmente Di Maio non è daccordo anche se poi gli viene rimarcato come nel caso del decreto Imu-Bankitalia sia stato necessario lutilizzo della tagliola per latteggiamento esclusivamente ostruzionista da parte del Movimento Cinque Stelle che non ha dato modo di correggerlo. Si parla quindi della legge elettorale con uno scontro tra Pd e Movimento 5 Stelle incentrato soprattutto sulla riforma del Senato per il superamento del bicameralismo perfetto con Di Maio che è contrario alla cosa mentre Richetti sottolinea il grande risparmio di costi e soprattutto come sarebbe più semplice legiferare anche per via dei tempi lunghissimi attualmente necessari. Sulla legge elettorale non vi sono al momento convergenze con la Gualmini che dal suo punto di vista e per come è stato costruito il Movimento, sia destinato ad essere forza di sola opposizione anche perché non volendo apparentamenti politici con altri partiti risulta difficile possa arrivare ad avere una maggioranza assoluta. Infine, si parla di come Renzi con la sua presa di posizione in alcune questioni vicine al Movimento 5 Stelle come ad esempio il reddito di cittadinanza anche se molto differente nelle modalità e nei costi per le casse dello Stato.
Per la seconda settimana di fila Servizio Pubblico non andrà in onda. In occasione del Festival di Sanremo il talk show condotto da Michele Santoro passò il turno lasciando la prima serata alla serie Mondo senza fine. Questoggi, invece, sarà lo speciale di Enrico Mentana a dominare la scena. Bersaglio Mobile, il programma di approfondimento politico del direttore del Tg La7 affronterà i temi caldi di questi giorni. Il governo Renzi, incassata la fiducia dal Parlamento (Senato prima e Camera poi) si può dunque mettere al lavoro: il programma di Renzi è ambizioso, e per molti utopico. Tra i punti economici dellagenda, lo sblocco totale dei debiti della Pubblica amministrazione, i taglio del cuneo fiscale (di 10 miliardi), dellIrpef e dellIrap. In più, la riforma elettorale e della Costituzione, il rilancio delledilizia scolastica, lo snellimento del farraginoso apparato burocratico dello Stato. E tante altre cose. Linterrogativo sorge spontaneo: semplici e suggestivi slogan per accattivarsi elettori o obbiettivi realisticamente possibili?
In molti hanno storto il naso. Quel che è certo è che Renzi (come ha detto lui steso) ci gioca la faccia: se il suo sarà un esecutivo riformista – come annunciato – allora i cittadini alle prossime elezioni gli riconsegneranno il Paese. E non possono certo passare sottotraccia i tumulti in casa Movimento 5 Stelle: i militanti grillini – con una votazione online – hanno confermato lespulsione dei quattro senatori ribelli. Si tratta di Luis Alberto Orellana, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella. Ma il partito si è spaccato e sembra che vi sia un nutrito gruppo di parlamentari penta stellati pronti a lasciare Grillo e Casaleggio. Lappuntamento con Mentana è fissato alle 21.10 su La7.