Su Rete 4, nella prima serata di sabato primo marzo, alle 21.30, andrà in onda una ottima pellicola western, Quel treno per Yuma (titolo originale: 3:10 to Yuma). Si tratta di un film diretto da James Mangold (già regista di Kate & Leopold e che poi dirigerà Wolverine – L’immortale), che si propone come ambizioso remake di una pellicola del 1957, diretta all’epoca da Delmer Daves e interpretata da Glenn Ford e Van Heflin. Stavolta, i protagonisti sono Russell Crowe, nella parte di Ben Wade, un pericoloso fuorilegge diretto verso il carcere di Yuma, e Dan Evans (Christian Bale), un veterano della guerra civile, il quale decide di accettare l’incarico di scortarlo in cambio di una somma che potrebbe temporaneamente alleviare le sue difficoltà. Lo stesso Dan, che si trova in pessime acque a causa della siccità che imperversa sulla zona ove svolge il lavoro di coltivatore, è uno di coloro che hanno contribuito a catturare il bandito, evento che inizialmente si ripercuote nei rapporti tra i due. Nel viaggio verso la stazione di Contention, però, il bandito e il contadino imparano a poco a poco a conoscersi meglio e infine a rispettarsi. Il tutto mentre cresce sempre di più la suspense in vista del regolamento di conti finale e si avvicina l’ora in cui dovrebbe arrivare il treno che finalmente potrebbe sgravare del peso Evans, rimasto ormai solo.
Preceduto da una lunga e laboriosa gestazione, Quel treno per Yuma ha dovuto convivere con una serie di incidenti che ne hanno notevolmente rallentato la lavorazione. A rendere ancora più complicata la gestione del film, hanno poi contribuito la morte di un cavallo, scontratosi con uno dei mezzi tecnici a disposizione del regista, con l’apertura di una inchiesta, e il ferimento di una controfigura. Anche una disputa di carattere legale, legata all’uso del Bonanza Creek Ranch, la struttura del New Mexico prescelta dalla produzione come location, ha poi portato il suo contributo in negativo, con nuove difficoltà che hanno dilatato i tempi di realizzazione. Inoltre, la Columbia, che aveva affidato in un primo momento il compito a James Mangold di dirigere il film, si è tirata indietro pochi settimane prima della partenza dei lavori, proprio mentre una star come Tom Cruise si dichiarava interessato a partecipare a un progetto visto in tutta evidenza come qualcosa di valido. Alla fine il risultato è stato comunque di buon rilievo, con la realizzazione di una robusta pellicola della durata di quasi due ore, nella quale la parte più azzeccata è probabilmente il rapporto che viene a crearsi tra il bandito e il reduce che deve scortarlo, i quali imparano a rispettarsi pur sapendo che il contrasto tra di loro, acceso dalla iniziale cattura di Ben Wade, è destinato a ricomporsi solo se Dan Evans si tirerà indietro, intenzione che non rientra nel suo modo di vedere le cose.
Va considerato che la pellicola è il rifacimento di un vero e proprio classico del genere, quello del 1957 che ebbe una nomination come miglior film dell’anno dalla British Academy of Film and Television Arts. Un film molto insolito per la proposizione di Glenn Ford nel ruolo di cattivo, dopo una vita passata a interpretare personaggi positivi. Il remake riesce infine a non sfigurare nel confronto con l’ingombrante predecessore e a proporre quasi due ore di grande interesse per tutti gli appassionati del genere, anche grazie alle buone interpretazioni fornite da Russell Crowe e da Christian Bale.