Adattato dal romanzo di Veronica Roth, Divergent si colloca nella nutrita schiera di film tratti dalle saghe letterarie per adolescenti, sulla scia di Hunger Games. Nel rispetto dei canoni del genere distopico, la storia è ambientata in un futuro in cui le città sono state distrutte da una terribile guerra e la società ha subito un radicale cambiamento. La popolazione è divisa in cinque caste, definite in base alle mansioni dei membri: i Candidi, che non mentono mai, esercitano la legge, mentre gli Eruditi si dedicano alla ricerca e allinsegnamento. I Pacifici coltivano la terra, i magnanimi Abneganti si prendono cura del prossimo e gli Intrepidi, addestrati a non temere il pericolo, proteggono i cittadini.
Al compimento della maggiore età, i giovani possono scegliere a quale fazione appartenere, dopo essersi sottoposti a un test che rileva la loro predisposizione. Nei rari casi in cui il risultato non è chiaro, ci si trova di fronte a un Divergente, una persona che potrebbe far parte di qualsiasi gruppo. I Divergenti sono pericolosi, perché rifiutano di essere inquadrati.
Beatrice Prior (Shailene Woodley) è una di loro. Costretta a nascondere la sua natura, la ragazza sceglie di stare con gli Intrepidi e si sottopone a un addestramento che mette a dura prova la sua determinazione e la costringe ad attingere a tutte le sue risorse, ma le consente anche di incontrare lenigmatico Quattro (Theo James), il ragazzo di cui si innamora. Mentre gli Eruditi cercano di sostituirsi agli Abneganti nella guida della società, la loro gelida leader Jeanine Matthews (Kate Winslet) porta avanti la caccia ai Divergenti, che devono essere eliminati.
Romanticismo soft, storia di formazione e ricerca della propria identità sono gli ingredienti classici della storia young adult, qui declinata sullo sfondo di una società oppressiva, comè tipico della distopia. Shailene Woodley interpreta una ragazza tosta, che rifiuta lomologazione e sceglie la sua strada, anche se è pericolosa. Racchiudendo in sé la fragilità delladolescente e il senso di responsabilità delladulta, è simile per certi versi alleroina di Hunger Games. Il messaggio che passa è positivo, un invito a non lasciarsi intrappolare dalle maglie strette della società e del conformismo, a combattere per i propri ideali e a non farsi spaventare dallassenza di una vocazione precisa. Essere Divergente non significa essere confuso, ma poliedrico. una qualità, non un difetto.
La struttura è tradizionale, senza sorprese. Fin troppo chiara. Ed è forse questo il problema del film: è tutto eccessivamente lineare. Non a caso la parte più interessante è la sequenza in cui Beatrice si trova a combattere, in una dimensione onirica, contro le sue peggiori paure, ed è costretta a trovare un modo per uscirne. Peccato che i simboli utilizzati per rappresentare l’inconscio siano molto semplificati, sprecando un’occasione per premere sull’acceleratore e dare un tocco di maggiore complessità al film. Allo stesso modo, la divisione delle caste è tradotta in termini visivi banali (la mise degli Abneganti, il continuo saliscendi dai treni in corsa degli Intrepidi).
Sembra che il regista Neil Burger si sia adagiato sugli elementi che hanno determinato il successo del romanzo, confezionando un prodotto a uso e consumo dei fan della saga ma che difficilmente può conquistare gli altri spettatori. Manca lo sforzo di interpretare il materiale in modo creativo, di fare quel salto di qualità che aggiungerebbe al ritmo (buono) del film una maggiore complessità, in grado di stimolare le menti e stuzzicare anche chi non è un fedele consumatore di storie young adult.