Tra gli ospiti della puntata di oggi de Le invasioni barbariche cè anche Massimo DAlema, uno dei grandi protagonisti della vita politica italiana degli ultimi decenni. Nato a Roma nellaprile del 1949, figlio di Giuseppe, gappista e poi parlamentare del Partito comunista italiano, ha iniziato a respirare aria di politica sin da piccolo. Iscrittosi ai pionieri, organizzazione del partito riservata a coloro che non avevano ancora raggiunto i quindici anni, ha poi proseguito la sua strada allinterno della Federazione italiana giovani comunisti, sempre nella capitale. Spostatosi poi a Genova al seguito del padre, si è diplomato al liceo classico Andrea Doria, trasferendosi quindi a Pisa, per frequentare la facoltà di Lettere e Filosofia della Scuola Normale. Proprio nella città toscana ha conosciuto Fabio Mussi, anche lui in seguito divenuto dirigente politico di alto livello, dando vita allo stesso percorso politico di DAlema.
Dopo aver rinunciato a laurearsi, ha iniziato la sua carriera allinterno del partito, a livello locale, in qualità di consigliere comunale, e nazionale, allinterno della Fgci, succedendo a Renzo Imbeni alla guida dellorganizzazione giovanile, nel 1975. Proprio in questa veste ha quindi cercato di mediare tra i movimenti sorti alla sinistra del Pci e il partito che rappresentava a livello istituzionale le istanze delle classe meno agiate. Un atteggiamento mutato dopo il rapimento Moro, con la decisione di rompere qualsiasi tipo di rapporto con chi in quegli anni non mostrasse un atteggiamento di massima fermezza contro il terrorismo.
Il suo iniziale atteggiamento di accomodamento verso i movimenti, è stato però seguito dal suo trasferimento in Puglia, interpretato come una sorta di punizione per un dirigente considerato comunque come una risorsa preziosa. Proprio in Puglia è quindi diventato segretario regionale, riuscendo a riconquistare un ruolo centrale per gli anni a seguire, in particolare dal 1984 in poi, quando ha accompagnato Enrico Berlinguer al funerale di Jurij Andropov.
Alla morte del segretario, quando la guida del partito è passata ad Alessandro Natta, una figura di transizione, era ormai chiaro come lo stesso fosse ormai in attesa della maturazione definitiva della nuova guardia del partito, rappresentata appunto da Massimo DAlema e Achille Occhetto. La scelta di Occhetto alla segreteria, ha però rimandato il turno di DAlema, arrivato dopo il mutamento del nome del partito in Pds (Partito democratico della sinistra) e, soprattutto, dopo la fine della Prima Repubblica seguita allo scandalo di Tangentopoli. La discesa in campo di Silvio Berlusconi, infatti, ha mutato completamente gli scenari politici, portando nel 1994 alla sconfitta della coalizione di sinistra e al defenestramento di Occhetto.
La fase successiva è stata quindi caratterizzata dal duello tra DAlema e Walter Veltroni, che non è in pratica mai terminato. Dopo essere stato scelto nel corso di una consultazione della base, Veltroni si è infatti visto preferire il suo avversario dallAssemblea Nazionale, un organismo formato da dirigenti politici, con lo scoppio di furibonde polemiche che hanno letteralmente spaccato in due spezzoni il partito iniziando un duello protrattosi nel tempo.
Negli anni a seguire, lo stesso D’Alema è poi diventato Presidente del Consiglio al posto di Romano Prodi, che aveva vinto le elezioni del 1996 contro Berlusconi. Il modo in cui è avvenuto l’avvicendamento al vertice del governo, nel 1998, ripetutamente oggetto di voci contrastanti, ha però lasciato strascichi a non finire, consegnando allo stesso D’Alema una nomea di dirigente manovriero sino alla spregiudicatezza, che da quel momento non è più riuscito a scrollarsi di dosso. Una volta terminata la sua esperienza alla guida del governo, ha svolto incarichi prestigiosi, come quello di ministro degli Esteri nel secondo governo Prodi (2006), presidente dei Democratici di Sinistra e vice presidente dell’Internazionale Socialista, tuttora detenuto. Attualmente è uno dei dirigenti più in vista del Partito democratico, il partito che ha unificato varie culture politiche del centrosinistra.
Grande appassionato di vela e tifoso della Roma, squadra che non manca di seguire allo Stadio Olimpico appena possibile, è sposato con Linda Giuva, da cui ha avuto due figli. Il suo intervento nel talk show condotto da Daria Bignardi può essere una ottima occasione per cercare di capire l’attuale momento politico del nostro Paese, soprattutto in un periodo molto delicato come quello nel quale ha iniziato a operare il nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi.