Tra gli ospiti della puntata di oggi de Le invasioni barbariche cè anche lallenatore della Roma Rudi Garcia, luomo che ha rimesso la chiesa al centro del villaggio. Proprio con questa felice metafora, pronunciata al termine del derby vinto dai giallorossi nel girone di andata del massimo campionato di calcio, è ormai noto il tecnico francese nellambiente del calcio tricolore. Nato a Nemours nel 1964, Rudi Garcia è un francese di origini spagnole che ha svolto unonorevole carriera di calciatore tra il 1983 e il 1992 in squadre come il Lille, il Caen e il Martigues, in qualità di centrocampista. Una carriera terminata prematuramente a causa di una lunga serie di infortuni alla schiena che ne hanno fortemente limitato il rendimento, spingendolo infine ad appendere gli scarpini al chiodo.
Dopo aver esordito in qualità di preparatore atletico del Saint-Etienne, si è poi tramutato in tattico, figura che studia le tattiche delle compagini avversarie per cercare le opportune contromosse. Nel 2001 è quindi diventato allenatore, ruolo ricoperto per una sola stagione, al termine della quale si è trasferito al Digione, portato in due anni in seconda divisione e poi guidato sino al 2007, con buoni risultati. Alla fine di quella stagione ha assunto la guida del Le Mans, nella massima serie transalpina, portando la squadra al nono posto in classifica e alla semifinale della Coppa di Francia.
Risultati che gli hanno permesso quindi di accasarsi al Lille, sempre nella massima serie, ove ha ottenuto una serie di straordinari risultati alla guida di una squadra dalle non trascendentali risorse finanziarie. Da rimarcare in particolare la vittoria del campionato e nella Coppa di Francia del 2010-11, oltre alla scoperta di molti giocatori di ottima levatura, a partire dal giovanissimo belga Hazard, poi accasatosi al Chelsea.
Nellestate del 2013 si è quindi trasferito alla Roma, club che stava vivendo un momento molto particolare dopo il fallimento della stagione precedente simboleggiato dalla sconfitta nella finale di Coppa Italia contro i rivali cittadini della Lazio. Una sconfitta che aveva fatto infuriare lambiente e tale da rendere incandescente la situazione della maggiore società romana, da tre anni guidata da una nuova proprietà americana. Appena arrivato a Roma, Garcia ha messo in mostra una grande personalità tramite la quale ha riportato presto le cose a posto, tassello dopo tassello. Favorendo in breve la rinascita della squadra, con una ricetta fondata su tanto buon senso e una ricerca della normalità mancata nei due anni precedenti. I risultati sono subito arrivati copiosi, con una partenza sprint in campionato che ha fatto parlare il mondo del calcio internazionale e riportato appunto la chiesa al centro del villaggio, ovvero la Roma alla supremazia cittadina.
Il cammino che ne è conseguito ha visto Francesco Totti e compagni tornare in corsa per il titolo dopo tre annate in sordina, caratterizzate dal cambio societario e in grado di proiettare la Roma verso una nuova fase ascendente e verso quel duello con la Juventus che è ormai una consuetudine per il calcio italiano dal 1980, anno del famoso goal annullato a Turone, a oggi.
Tra le doti messe in mostra da Garcia in questi primi mesi italiani, va rimarcato il buon senso che sembra essere la vera stella polare del tecnico transalpino, dimostrato dalla volontà di puntare sulla vecchia guardia dei giocatori romani, come Totti e De Rossi, in modo da riannodare il legame della squadra con la città.
Accompagnato da una personalità innegabile che ha spinto molti addetti ai lavori a parlare di vero e proprio carisma. Le sue conferenze stampa sono la pratica esemplificazione di tutto ciò, con dichiarazioni incisive speso accompagnate da proverbi francesi e senza mai una parola fuori posto.
La straordinaria stagione romanista non è naturalmente passata inosservata a livello internazionale, tanto da far adombrare l’ipotesi di un Garcia seduto prossimamente sulla panchina di un club come il Paris Saint Germain o su quella della nazionale francese. Ipotesi che naturalmente a Roma è vista con estremo fastidio, in quanto ormai il tecnico di Nemours è considerato il principale tassello per una Roma in grado di battersi ai più alti livelli, anche in campo internazionale, come del resto sbandierato dalla proprietà americana.