Tutto quello che sapevamo sugli esperimenti nucleari nellatollo di Bikini degli anni 50 è sbagliato e creato ad arte per nascondere la verità: le bombe nucleari servivano a distruggere Godzilla, gigantesco mostro sopravvissuto negli abissi alle ere geologiche. Lultimo di una nutrita serie di film su Godzilla (dopo loriginale giapponese ricordiamo quello del 1998 per la regia di Roland Emmerick con Matthew Broderick e Jean Reno) non manca certo di fantasia. Alla fine degli anni 90 gli ingegneri americani Joe Brody (Bryan Cranston) e sua moglie Sandra (Juliette Binoche) si trovano coinvolti nellesplosione di una centrale nucleare in Giappone; Sandra muore, ma il marito non smette negli anni di cercare di svelare il mistero di unesplosione che non sarebbe dovuta avvenire.
Il figlio di Joe, Ford (Aaron Taylor-Johnson), vive una tranquilla vita familiare con la moglie infermiera (Elizabeth Olsen) in quel di San Francisco fino a che non si ritrova, suo malgrado, coinvolto nelle ricerche del padre che aveva tutti i dubbi giusti. Nessun incidente nucleare, ma un gigantesco insettone grande come un grattacielo è ritornato attivo dopo ere di riposo; si nutre di radiazioni nucleari, fa il nido nelle centrali, mangia testate atomiche come se fossero merendine e, purtroppo, emette impulsi elettromagnetici che disattivano tutta la migliore tecnologia militare nel raggio di chilometri.
Inutile dire, dato che al peggio non cè mai fine, che il nostro Muto (Massive unidentified terrestrial organism) ha trovato la compagna e cerca di riunirsi per fare una piccola cucciolata. Tocca al prode Ford, esperto di bombe, provare a sconfiggere i nostri due teneri amanti. Limpresa che, comprensibilmente, non risulta semplicissima è loccasione per recuperare il rapporto con il padre, schiacchiato dal ricordo della moglie morta, mentre lumanità deve fare i conti con una natura perfida e incontrollabile, decisamente più grande, in tutti i sensi, delle sue capacità.
Dopo Pacific Rim (2013), i mostri ritornano protagonisti sul grande schermo, ma questa volta volta gli umani appaiono decisamente non allaltezza del compito nonostante sacrifici ed eroismi (a stelle e strisce of course).
La trama è andata piuttosto avanti, ma di Godzilla quasi ancora niente mentre i due Muto tentano di riunirsi lasciando per strada qualche città distrutta (Las Vegas). Godzilla però vuole rimanere unico e solo sopravissuto di una razza estinta; non cè posto per due Godzilla nello stesso globo. Godzilla che si calerà nella parte del guastafeste per evitare che il sogno damore dei due orridi Muto si realizzi.
È in una San Francisco devastata dagli insettoni, dove i Muto hanno deciso di mettere su casa, che si verifica lo scontro titanico tra i due Muto (tra moglie e marito non mettere il dito) e Godzilla. Quest’ultimo scende in campo “per l’umanità” contro i Muto e chi scrive insieme a molti altri si è ritrovato supporter sfegatato del nostro mitico rettilone. Godzilla viene a “riportare l’equilibrio” in un mondo che rischia di perderlo per sempre; l’equilibrio in cui l’uomo può vivere la sua vita. Ma queste metafore e i significati profondi non sono, probabilmente, la ragione principale del film così come lo sviluppo dei personaggi che di certo non si può dire “shakespeariano”.
Non abbiamo nemmeno rovinato troppo la sorpresa con una trama dettagliata perché alla fine contano i mostri che se le danno di santa ragione in città devastate mentre tutta la tecnologia militare “umana” viene dispiegata. Chissà chi vincerà tra i Muto e Godzilla. Bisogna andare al cinema per scoprirlo. Se vi piace il genere è un pezzo della collezione che non può mancare.
(Pasquale Baudaffi)