Va in onda stasera su La7 il film La battaglia della Neretva, diretto nel 1969 da Veljko Bulajic e prodotto in Jugoslavia da questo regista che si è formato presso la scuola italiana e ha poi deciso di esportare quanto appreso dal Neoralismo nel suo Paese di origine. Il titolo originale della pellicola è Bitka na Neretvi e racconta una storia – tratta da un episodio bellico realmente accaduto – che si svolge nell’inverno del 1942: i partigiani jugoslavi sono braccati dalle truppe tedesche che per ordine di Hitler devono sterminarli. Per salvarsi la vita decidono quindi di andare verso il fiume Neretvi e lì nascondersi in attesa di decidere la successiva mossa. Il comandate Tito che guida i ribelli ha in mente, infatti, un piano ben preciso: vuole far saltare in aria il ponte della ferrovia così da rafforzare nei nazisti il convincimento che i combattenti ribelli stiano scappando verso il nord. In realtà, l’intenzione dei partigiani è proprio un’altra e cioè riattraversare il fiume su una zatterra e cogliere il nemico alle spalle contando sul fattore sorpresa. C’è però un ostacolo al piano di Tito. I partigiani, infatti, hanno con sè donne, anziani e bambini (molti sono addirittura malati di tifo) che rallentano la loro fuga ma che, per ovvi motivi, non vogliono lasciare indietro anche perchè – con i tedeschi alle spalle che li incalzano sempre più vicini – questo vorrebbe dire condannarli a morte sicura. Se dietro di sè, poi, lasciano la ferocia nazista, ció che trovano sull’altra sponda del fiume Neretvi non è meno spaventoso: le etnie dei Cetnici e degli Ustascia aspettano con ansia il loro arrivo per regolare con cattiveria inaudita vecchi conti in sospeso. Ma indietro non si puó tornare e così, dopo aver sconfitto una brigata di soldati italiani, comandati dal generale Morelli a cui presta il volto Anthony Dawson, i partigiani jugoslavi attraversano finalmente il fiume. La trappola per i tedeschi è scattata. Il comandante delle truppe naziste Lohring, impersonato da Curd Jurgens, si convince effettivamente che i ribelli stiano fuggendo verso il nord del paese. Fra i soldati di Tito spicca per valore e coraggio Vlado, interpretato da un giovane Yul Brynner, che più di tutti gli altri si distingue per la forza di volontà e l’ingegno impiegati per la costruzione della zattera che servirà a portare i partigiani di nuovo al di là del fiume. Ma anche le donne fanno la loro parte, come accade a Danica alla quale presta il volto una giovanissima Sylva Coscina, molto credibile nella parte poichè effettivamente di origine jugoslave (da piccola aveva infatti vissuto in prima persona gli orrori dell’occupazione tedesca). Alla fine inaspettatamente l’ambizioso piano di Tito si rivelerà vincente e i partigiani jugoslavi riusciranno a ricacciare indietro le truppe naziste e a mandare a monte gli ordini di Hitler che da sempre temeva un attacco sui Balcani. Il costo da pagare in termini di vite umane sarà altissimo ma i valori della resistenza trionferanno. Completano il cast l’italiano Franco Nero nella parte del comandante Riva e Sergei Fyodorovich Bondarchuk nella parte di Martin. Il film ha ricevuto anche la candidatura all’Oscar come migliore film straniero.